Contàgio

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contagio


contàgio s. m. [dal lat. contagium, der. di contingĕre «toccare, essere a contatto, contaminare», comp. di con- e tangĕre «toccare»]. – 1. a. La trasmissione di una malattia infettiva dalla persona malata ad una sana sia direttamente sia mediante materiali o mezzi inquinati (aria, acqua, alimenti, escrezioni, ecc.), ovvero attraverso insetti o animali trasmettitori dei microrganismi infettivi: il c. del tifo, della peste, del colera; pericolo di c.; comunicare, prevenire, evitare il contagio. b. Meno propriam., il morbo stesso che si trasmette per contagio e il suo diffondersi; per estens., pestilenza, epidemia: il c. si diffondeva sempre più; giravano per mezzo al c. franchi e risoluti (Manzoni). 2. fig. Influsso dannoso che l’esempio o il pensiero di alcuni possono esercitare su altri: il c. del vizio, del peccato; certe idee si propagano per contagio. In partic., in psicologia, c. psichico, la trasmissione da un individuo all’altro di idee, convinzioni, sentimenti o stati d’animo; sul piano psichiatrico tale contagio è considerato come l’equivalente patologico della suggestione, mentre sul piano sociale è preso in considerazione per la possibilità che ha di determinare particolari modificazioni nelle strutture sociali.

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