diffuṡióne s. f. [dal lat. diffusio -onis, der. di diffundĕre «diffondere», part. pass. diffusus]. – 1. Il diffondere, il diffondersi, l’esser diffuso, nelle varie accezioni del verbo: d. di notizie, di un avviso, di un appello (per mezzo della stampa, più brevemente ma meno correttamente a mezzo stampa; o via radio, attraverso la televisione, ecc.); dare d. a una dottrina, alle idee di un partito; d. di stampe clandestine; la d. del cristianesimo; la d. della lingua italiana all’estero; giornale, rivista che ha molta, larga, scarsa d.; area di d., lo spazio geografico entro cui è diffuso un fenomeno, o su cui è distribuita una data specie animale o vegetale. 2. Con accezioni specifiche: a. In antropologia, teoria della d., sinon. di diffusionismo (v.). b. In economia, fenomeno, opposto alla concentrazione, consistente nella distribuzione della ricchezza globale, del reddito o del capitale investito tra un numero maggiore di possidenti, di redditieri, di imprese, ecc.; d. dell’imposta, processo per cui i perturbamenti recati dall’imposta all’economia del contribuente colpito si propagano sul mercato. c. In elettroacustica, impianto di d. sonora, dispositivo che serve a diffondere in un ambiente o all’aperto suoni o parole previamente amplificati; è costituito da un certo numero di altoparlanti (diffusori), opportunamente disposti, alimentati da un amplificatore elettroacustico cui fanno capo, a seconda dei casi, microfoni oppure rivelatori fonografici o magnetofoni o sintonizzatori. d. In fisica e chimica, d. materiale, il trasporto di materia nello spazio per effetto di un gradiente di concentrazione, o anche di un gradiente di temperatura o di forze applicate esternamente (per es., per azione di un campo elettromagnetico); in partic., d. molecolare, trasporto di materia che avviene per effetto del moto individuale delle singole molecole, soggette, per agitazione termica, a spostamenti nello spazio spontanei e disordinati (cioè in tutte le direzioni). D. di radiazioni, lo sparpagliamento che un fascio di onde elettromagnetiche o di particelle subisce nell’attraversare un mezzo materiale in virtù delle interazioni con le particelle del mezzo stesso (molecole, atomi, elettroni, nuclei atomici), o, anche, il singolo processo di interazione; in questo caso si distinguono la d. elastica, in cui le particelle interagenti non subiscono alcuna trasformazione, e la d. anelastica in cui le particelle interagenti cambiano il proprio stato (per eccitazione o disintegrazione) a spese della loro energia cinetica. D. della luce, fenomeno per cui un fascio luminoso, battendo su una superficie scabra non assorbente né trasparente (d. per riflessione) o attraversando un mezzo eterogeneo contenente in sospensione particelle estranee (d. per trasparenza o d. di volume), viene rinviato in tutte le direzioni. D. atmosferica, riflessione che la luce degli astri subisce da parte del