Discriminazióne

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discriminazione


discriminazióne s. f. [dal lat. tardo discriminatio -onis]. – 1. Il fatto di discriminare o di essere discriminato; distinzione, diversificazione o differenziazione operata fra persone, cose, casi o situazioni: fare, non fare discriminazioni; per me i concorrenti sono tutti uguali, senza discriminazioni d’età, di sesso, di colore o di posizione sociale; giudicare con imparzialità, senza discriminazioni; più in partic.: d. politica, d. razziale, d. etnica, d. religiosa, diversità di comportamento o di riconoscimento di diritti nei riguardi di determinati gruppi politici, razziali, etnici o religiosi (la legge stabilisce pene precise per i casi in cui la discriminazione assuma carattere delittuoso o induca ad atti di violenza); d. dei redditi, delle imposte, ai fini di una più equa ripartizione del carico tributario. Al contrario, adottare, seguire un criterio di non d., applicare uno stesso modo di comportamento o di trattamento per tutti i componenti di un gruppo senza tener conto di eventuali differenze di qualsiasi genere. Con accezioni e usi specifici: a. Nella legislazione razziale fascista, provvedimento amministrativo con cui venivano dichiarate non applicabili a determinate persone le disposizioni restrittive della capacità giuridica degli appartenenti alla razza ebraica. In senso più ampio, d. razziale, ogni separazione operata o voluta tra popolazioni o gruppi etnici appartenenti a razze diverse, in partic. tra bianchi e genti di colore (v. anche apartheid, più comunem. tradotto con segregazione razziale). b. Nella marina, d. di bandiera, il riservare speciali condizioni di favore alle navi di una data nazione per determinati traffici marittimi. 2. In psicologia, la facoltà percettiva di distinguere tra stimoli differenti. 3. In elettronica, separazione di segnali effettuata mediante un discriminatore. 4. In economia, d. dei prezzi, pratica seguita da coloro che si trovino a offrire sul mercato beni o servizî in condizioni di monopolio, consistente nel porre in vendita a prezzi diversi unità del bene o del servizio prodotte allo stesso costo, in modo da sfruttare meglio la capacità di acquisto dei consumatori a seconda delle classi e delle zone cui questi appartengono.

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