Dispórre

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disporre


dispórre (ant. dispónere) v. tr. e intr. [lat. dispōnĕre, comp. di dis-1 e ponĕre «porre»] (coniug. come porre). – 1. tr. Collocare più persone o cose in un certo ordine: d. il vasellame nel buffet, gli abiti nel guardaroba, i libri sugli scaffali; d. in fila gli alunni; d. gl’invitati a tavola; d. le sentinelle intorno al campo; d. le schede in ordine alfabetico. 2. tr. a. Preparare, organizzare: ho già disposto ogni cosa per la partenza (dove c’è anche il sign. di provvedere); tra la fine di domenica e il lunedì, egli comincia a d. la settimana, tramando un sottile, arduo calcolo di incontri (Giorgio Manganelli). Spesso fig.: d. l’animo a ricevere una notizia; nel rifl., prepararsi, anche spiritualmente, mettersi nella condizione necessaria a un determinato fine: si dispose ad ascoltarmi; disporsi a ricevere i sacramenti. b. Rendere atto: A sofferir tormenti, caldi e geli simili corpi la Virtù dispone (Dante). c. Ispirare un sentimento di simpatia o di antipatia, favorevole o contrario verso persona o cosa, nelle locuz. ben d., mal d. (anche in grafia unita, poco com., bendisporre, maldisporre), d. benevolmente, d. favorevolmente o sfavorevolmente, e sim.; usate anche nella forma rifl., ben disporsi, mal disporsi (o bendisporsi, maldisporsi, da cui i part. e agg. bendisposto, maldisposto), disporsi benevolmente, ecc., verso qualcuno, cioè assumere atteggiamento favorevole o sfavorevole nei suoi riguardi. 3. Con uso trans., ma seguito per lo più da prop. dipendente (con che o di), stabilire che una cosa sia fatta e prendere i provvedimenti opportuni per la sua attuazione: il ministero ha disposto che siano anticipati gli esami; o, in genere, esprimere una volontà: aveva disposto di essere sepolto in una fossa comune; dispose per testamento che i suoi beni fossero distribuiti ai poveri. Ordinare, prescrivere: il comandante dispose che i prigionieri fossero liberati; e con compl. oggetto: la legge in questi casi dispone il sequestro; d. la nomina, il trasferimento, la revoca. Usato assol.: d. per il da farsi; prov., l’uomo propone e Dio dispone, decide, dà compimento nel modo da lui voluto. 4. intr. (aus. avere) a. D. di una cosa, di un bene, avere il diritto di servirsene nei limiti della legge: della roba mia dispongo io e nessun altro!; quindi, in genere, avere, possedere e poter usare liberamente: d. di molti quattrini, di un ingente patrimonio; dispongo ancora di alcune migliaia di euro; l’ente non dispone dei fondi necessarî; o avere a disposizione d’altri, e con soggetto di cosa: il teatro dispone di 700 posti; l’albergo dispone di 50 camere. b. D. di una persona, averla soggetta a sé con facoltà di impartirle ordini e di guidarne la volontà: in regime schiavistico, il padrone disponeva dei suoi servi con potere assoluto; di me dispongo io soltanto. Con senso attenuato: la fabbrica dispone di 120 operai, li ha alle proprie dipendenze. Più genericam., poter d. di qualcuno, poter ricorrere a lui o fare su di lui assegnamento per le prestazioni (anche in denaro) necessarie; analogam., soprattutto in formule di cortesia: disponi liberamente di noi per tutto ciò che ti occorre; se hai bisogno di aiuto, disponi pure di me. c. Nel linguaggio comm. e banc., d. su (o a carico di) una banca, un ente, una persona, obbligarli mediante tratte, assegni bancarî, versamenti telegrafici. 5. tr., ant. a. Esporre, nelle varie accezioni di questo verbo, e in partic. manifestare, riferire, spiegare. b. Deporre (da una carica). ◆ Part. pres. disponènte, anche come sost. per indicare l’autore di un atto di disposizione nel sign. giuridico e bancario. ◆ Part. pass. dispósto, anche come agg. e s. m. (v. la voce).