Dispoṡizióne

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disposizione


dispoṡizióne s. f. [dal lat. dispositio -onis, der. di disponĕre «disporre», part. pass. disposĭtus]. – 1. a. L’atto di disporre, di collocare cioè in una determinata maniera; più spesso, il modo, l’ordine secondo cui più oggetti o gli elementi di un insieme sono disposti: la d. dei banchi nell’aula; modificare la d. dei quadri sulle pareti; osservare la d. delle stanze; non mi piace la d. dei mobili; la d. delle parole nella frase. Anche di persone: la d. degli invitati a tavola; la d. delle figure in un bassorilievo. b. Con sign. più specifico, in matematica, nel calcolo combinatorio, d. semplici di classe k di n elementi, i gruppi ordinati formati da un numero k di elementi distinti scelti tra n elementi dati (se non si tiene conto dell’ordinamento degli elementi nei gruppi, si hanno invece le combinazioni); quando si ammetta che in ogni gruppo ciascun elemento possa comparire più di una volta, si hanno le d. con ripetizione. Le disposizioni di n elementi di classe n sono dette permutazioni. 2. a. letter. Stato, condizione: la città di Faenza, lungamente in guerra e in mala ventura stata, alquanto in miglior disposizion ritornò (Boccaccio). b. In medicina, proprietà che ha un organismo di poter risentire gli effetti dannosi di una determinata causa nociva: avere, non avere d. alle malattie infettive; d. fisiologica, variabile secondo il sesso, l’età e gli individui; d. patologica (meglio detta predisposizione), dipendente da fattori ereditarî o acquisiti. Si contrappone in genere a refrattarietà o immunità. c. Condizione di spirito: non mi sento nella d. adatta a ricevere visite; presentarsi ai sacramenti con la dovuta disposizione. d. Inclinazione dell’animo in senso affettivo o morale: d. favorevole, sfavorevole; buona, cattiva d. verso una persona; Le tre disposizion che ’l ciel non vole, Incontenenza, malizia e la matta Bestialitade (Dante); anche inclinazione della volontà, quindi proposito, intenzione: nonostante tutte le sue buone disposizioni ... e. Attitudine dell’ingegno e del temperamento: avere disposizione per la musica, per la pittura, per il commercio, per un mestiere, per una professione. In sociologia, disposizioni-bisogno (calco dell’ingl. need-dispositions), lo stesso che orientazioni-bisogno: v. orientazione. 3. Ordine inteso a regolare una condotta o a far eseguire qualche cosa: impartire disposizioni ai proprî subalterni; dare d. per la cena; attenersi alle d. ministeriali; in senso più determinato, ciò che è prescritto: per d. di legge; osservare le d. del regolamento, dello statuto; violare le d. sul razionamento. Più genericam., espressione d’una volontà: rispettare le d. del donatore, del defunto; o decisione, volere: per d. del destino, per d. del cielo. In partic., in diritto: atti di d., tutti quegli atti e negozî giuridici con cui un soggetto determina l’estinzione, il trasferimento o la modifica di un suo diritto; disposizioni di attuazione, norme dirette a rendere possibile l’applicabilità di un’altra norma o complesso normativo; d. testamentarie, le clausole del testamento per mezzo delle quali il testatore dispone delle proprie sostanze. 4. Libera facoltà di disporre di un bene o di una persona, con le partic. accezioni chiarite dagli esempî seguenti e limitatamente alle locuz. qui citate: avere a d. (o a propria d.) una somma, potersene servire a propria volontà; avere a d. un certo numero di aiutanti, di operai, di impiegati, alle proprie dipendenze; l’automobile è a tua d., te ne puoi servire; mettere a d. degli ospiti una parte della villa; tutto ciò che possiedo lo metto a tua d.; giovarsi di tutti i mezzi a propria d., ai quali si ha la possibilità di ricorrere. Con soggetto di persona, essere, mettersi, tenersi, restare a d. di una persona o di un organo, essere o tenersi pronto a rispondere a una sua chiamata, a eseguire gli ordini, a compiere le prestazioni richieste, ad assumere una funzione o un incarico offerti: mettersi a d. del primo ministro, del direttore generale, della segreteria politica; tenersi a d. dell’autorità giudiziaria (e assol.: per ora può andare, ma resti a d.); mettiti a d. del capufficio; tenetevi a nostra d. per ogni evenienza; non puoi pretendere ch’io sia sempre a tua d.; sono a vostra d. (o sim.), modo cortese di offrire i proprî servigi, di dichiararsi pronto a rendersi utile. Nel diritto amministrativo, collocamento a d., temporanea sospensione, per ragioni di servizio, di un alto funzionario del ministero degli Interni o degli Esteri, da parte del Governo; ufficiale a d., ufficiale idoneo al servizio incondizionato che, tolto definitivamente dai quadri in applicazione della legge di avanzamento, continua a essere utilizzato. 5. In tipografia, sinon. poco com. di deponente2.