Dissipare

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dissipare


v. tr. [dal lat. dissipare, dissupare, comp. di dis-1 e *supare (incerta la variante *sipare) glossato con iacĕre «gettare», propr. «spargere qua e là»] (io dìssipo, ecc.). – 1. Disperdere cacciando in varie parti (anticam. anche di persone); quindi, far svanire, dissolvere, ridurre al nulla, distruggere: il vento ha dissipato le nubi; l’aurora dissipò le tenebre; spesso fig.: d. le nebbie dell’intelletto, le tenebre dell’ignoranza; d. ogni dubbio; d. le illusioni, le calunnie, ecc.; il malinteso fu subito dissipato. Riferito a beni materiali, sperperare: d. le proprie sostanze; ha dissipato nel gioco tutto il suo patrimonio. Come intr. pron., disperdersi, svanire: la nebbia si è dissipata; tutti i suoi sospetti si dissiparono; dissipandosi la stirpe umana (Leopardi). 2. Disperdere, nel sign. di sprecare, sciupare non utilizzando o utilizzando male: d. il proprio tempo; d. le proprie energie dedicandosi a troppe attività; cerchiamo di tenerci uniti e di non d. le nostre forze in iniziative personali infruttuose. Con sign. analogo anche nel linguaggio scient. e tecn.; in partic., d. energia, trasformarla in altra forma di energia che non viene utilizzata e va quindi perduta. ◆ Part. pass. dissipato, anche come agg. (v. la voce).

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