Effètto

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effetto


effètto s. m. [dal lat. effectus -us, der. di efficĕre «compiere», comp. di ex- e facĕre «fare»; nel sign. 4, è un calco del fr. effets, e sono dovuti a influenza francese anche altri usi di cui ai nn. 2 e 3]. – 1. a. In genere, tutto ciò che è prodotto da una determinata causa: rapporto tra causa ed e.; nullo e. è maggiore de la cagione (Dante); avere, portare, produrre un determinato e.; avere per e. qualche cosa; buoni, cattivi e., o e. utili, dannosi; la punizione ha avuto un e. salutare; i suoi improvvisi rossori sono e. di timidezza; questi e. di carità, che possiamo certamente chiamar grandiosi (Manzoni). b. Con il sign. generale che precede, ha usi specifici in varie scienze e discipline; in partic., in fisica, fenomeno che si manifesta con caratteri ben determinati, e che è posto sempre in relazione con la causa che lo ha prodotto; è qualificato mediante un aggettivo (per es., e. barometrico), o un sostantivo (per es., e. corona), o più spesso con il nome dello scopritore. Tra questi: e. Compton (dal nome del fisico amer. A. H. Compton, 1892-1962), fenomeno consistente nel fatto che, se una lamina di materiale contenente elementi a basso peso atomico viene investita da un fascetto di raggi X, parte dei raggi diffusi ha una lunghezza d’onda maggiore di quelli incidenti, mentre si ha simultaneamente emissione di elettroni. E. Doppler (dal nome del fisico austr. C. Doppler, 1803-1853), nella propagazione per onde, fenomeno, scoperto per le onde sonore, ma che si verifica anche per le onde elettromagnetiche (radioonde, luce, ecc.), che consiste nell’apparente variazione di frequenza delle onde emesse da una sorgente in moto relativo rispetto a un osservatore: se la distanza tra sorgente e osservatore diminuisce, quest’ultimo attraversa un maggior numero di superfici d’onda, le quali gli appaiono più addensate, con conseguente impressione di una maggiore frequenza della sorgente (l’inverso accade se l’osservatore e la sorgente si allontanano tra loro); tale effetto è rappresentato, nel caso delle onde sonore, dal fatto che l’altezza (cioè la frequenza) del fischio di un treno sembra diminuire quando questo si allontana, e, nel caso delle onde luminose, dal fatto che nello spettro di galassie distanti dalla nostra è rilevabile uno spostamento verso il rosso, cioè verso frequenze più basse, il che è considerato una prova che le galassie si allontanano tra loro, e che l’universo è in espansione. E. Joule elettrotermico (dal nome del fisico ingl. J. P. Joule, 1818-1889), il fenomeno per cui in un circuito percorso da corrente parte dell’energia di questa viene dissipata in calore: trova molteplici applicazioni in apparecchi elettrodomestici (fornelli, stufe, termofori, ecc.), nelle lampade a incandescenza per l’illuminazione, valvole fusibili, ecc., ma in molti casi è nocivo o addirittura pericoloso (perdita di energia nelle linee e nelle macchine elettriche, corti circuiti, ecc.). E. Volta (dal nome del fisico ital. A. Volta, 1745-1827), o e. di tensione di contatto, fenomeno (alla base del principio di funzionamento della pila) che consiste nell’insorgere di una differenza di potenziale tra due conduttori diversi a contatto fra loro, alla stessa temperatura, e che dipende dalla natura dei conduttori (nonché del dielettrico in cui sono immersi) mentre non dipende dalle loro dimensioni, forma e posizione. E. serra, v. serra1, n. 5 a. c. Risultato, conseguenza: ecco gli e. di una cattiva educazione; ottenere, sortire un e.; risentire gli e. della fatica, di uno sforzo prolungato; l’aumento dei prezzi ha avuto per e. una temporanea contrazione delle vendite; e. giuridici, quelli che la legge ricollega all’esistenza di un determinato fatto giuridico; fare effetto, avere un buon risultato, essere efficace: il purgante non m’ha fatto e.; per effetto di, a causa di, in conseguenza di: era allegro per e. del vino bevuto. Con accezione più partic.: valido a tutti gli e., a tutti i fini, per ogni applicazione; nel linguaggio forense: per ogni e. di ragione e di legge. d. Realizzazione, compimento: dare e. a una cosa, metterla in atto, darle esecuzione (per es., dare e. a una minaccia, a una condanna); similmente, mettere a (o in) e., mandare ad e., recare ad e., porre in e. (un disegno, un proposito); avere e., essere eseguito, messo in atto: la mia proposta non ha avuto effetto, o, al contrario, ha avuto e. immediato. e. Validità, efficacia: legge con e. retroattivo. f. Nello sport e nei giochi con la palla (calcio, tennis, biliardo, ecc.), particolare tiro che consiste nel colpire la palla di lato (di taglio), in modo da farle percorrere una traiettoria diversa da quella prevedibile dall’avversario, o comunque diversa da quella che avrebbe se colpita al centro: tiro ad e., con e.; dare l’e. alla palla; pallone carico d’effetto. 2. Locuzioni avv.: in effetti o in effetto, davvero, realmente (così è, in effetti); a quest’e., a tale e., a questo, a tal fine (cfr. le corrispondenti locuz. fr. en effet, à cet effet). 3. a. Impressione piuttosto viva destata da qualche cosa: giochi di luce di grande e.; un addobbo di bell’e.; commedia priva di effetto, che non desta sensazioni vive negli spettatori; battute, scene, parti d’effetto (o ad effetto), quelle di sicura efficacia nel richiamare l’attenzione o suscitare la commozione del pubblico (e più genericam., di effetto, locuz. aggettivale riferita a tutto ciò che colpisce esteriormente o con impressioni di breve durata: film, dramma, romanzo di e.; vestito, gioielli di effetto, e specificando, di grande e., di sicuro e.); attore, cantante, musicista, oratore che cerca soltanto l’e.; fare effetto, commuovere, eccitare, colpire vivamente l’animo: sono spettacoli, visioni, racconti, che fanno sempre un certo e.; le minacce non gli fanno nessun e.; fare l’e. di, avere l’aspetto di, somigliare, sembrare: mi fa l’e. di un povero diavolo; mi faceva l’e. di un pesce fuor d’acqua. b. Nel linguaggio della moda, filati d’effetto, filati di fantasia destinati ad essere inseriti in certi tessuti a scopo decorativo; si dicono anche effetti certe particolari caratteristiche dei tessuti (come per es. la marezzatura), ottenute con speciali accorgimenti di tessitura o di finitura. c. Con accezione in cui si fondono insieme il sign. fondamentale e quello di impressione soggettiva: effetti di luce, rilievo che, in pittura o in fotografia, il vario alternarsi della luce con le ombre dà alle figure; e. ottico, fenomeno visivo per cui una cosa appare diversa da ciò che è realmente; e. cinematografici o fotografici, la maggior parte dei trucchi riguardanti la scenografia e la fotografia, ottenuti con speciali tecniche di ripresa (per es., con l’uso di filtri): possono avere nomi particolari (e. di carrello, grandangolare, flou, notturno, di pioggia, pseudo-stereoscopico, stroboscopico, ecc.) o essere genericam. indicati come e. speciali. 4. Al plur., roba, masserizie e sim.: trasporto degli e. per ferrovia; effetti di vestiario (o anche e. personali), capi di vestiario, biancheria e sim.; effetti d’uso. 5. Nel linguaggio commerciale e banc., termine usato spesso in luogo di cambiale: e. protestato, e. presentato allo sconto; e. in pensione, cambiale depositata in garanzia, generalmente da una banca presso un’altra, per coprire alcune forme di credito a breve scadenza (l’operazione è spesso una particolare forma di riscontro fra banche). Con altro senso, e. privati o pubblici, titoli di credito emessi da imprese private o dallo stato e da enti pubblici. ◆ Accr. effettóne; spreg. effettùccio; pegg. effettàccio (tutti per lo più nel sign. 3 a); dim. effettino (nel sign. 5).

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