Estèrno

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esterno


estèrno agg. e s. m. [dal lat. externus, der. di exter o extĕrus «che sta fuori»]. – 1. agg. a. Che è o appare di fuori: le parti e. della carrozzeria; parete, facciata e.; si accede al piano superiore per una scala e.; impressioni e., ricevute attraverso gli organi di senso; per uso e., di rimedî che si applicano sulle parti esterne del corpo e non vanno presi per bocca o iniettati; pericoli e., che minacciano uno stato dal di fuori, da parte cioè di nemici e.; alunno e., chi frequenta un corso di studî in un convitto, senza essere convittore (anche sost., gli esterni, le esterne); candidato e., che si presenta a sostenere gli esami in un istituto statale, senza avere frequentato in esso la scuola (detto anche privatista). b. Riferendosi a parti o elementi disposti, più o meno simmetricamente, in posizione laterale rispetto a un corpo o all’asse centrale, si dice esterno quello che si trova nella posizione di fuori, cioè più aperta, più esposta: l’angolo e. dell’occhio, quello verso la tempia; la parte e. del piede, del ginocchio; la curva e. di una strada, di un fiume, la curva di più ampio raggio. c. Nel linguaggio filos., detto di ciò che si presuppone esistente, indipendentemente dalla conoscenza che se ne può avere (in antitesi a interno o interiore): mondo e., l’insieme delle cose che sono oggetto della percezione, o che sono pensate come oggetti di una possibile percezione. d. In astronomia, pianeti e., quelli la cui orbita è più ampia di quella terrestre: Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone, e forse Sedna (corpo celeste, di recente scoperta, che costituirebbe il decimo pianeta del nostro sistema solare). e. Foro e., in diritto canonico, l’àmbito di giurisdizione in cui si considerano le azioni sotto l’aspetto pubblico, distinto dal foro interno che coincide con la coscienza. 2. agg. In matematica: a. Un punto P si dice esterno a un insieme I se esiste qualche suo intorno, nessun punto del quale appartiene a I. b. Una retta si dice esterna a una circonferenza, a una conica, ecc., quando non ha con essa punti reali comuni. c. Angolo e. di un triangolo o di un poligono è ogni angolo adiacente a un angolo interno, cioè ognuno degli angoli che si ottengono prolungando oltre il vertice uno dei lati. Per gli angoli alterni e. e gli angoli coniugati e., v. rispettivam. alterno e coniugato. 3. Nel linguaggio sport.: a. agg. Detto di incontro disputato sul campo di gioco della squadra avversaria (contrapp. a interno o in casa): partita e.; vittorie, sconfitte esterne. b. s. m. Genericam., giocatore che si è schierato o opera sulle fasce laterali del campo di gioco; in partic., nel baseball, giocatore schierato nel settore del campo fuori del diamante, quando la squadra è in difesa. 4. agg., ant. o letter. Straniero: sdegnoso ch’un guerriero esterno Debba portar di quella giostra il pregio (Ariosto). 5. s. m. La parte esterna, ciò che appare di fuori: l’e. di un palazzo, l’e. della chiesa. In cinematografia, esterni, le scene che si svolgono all’aria aperta: girare gli esterni di un film; con accezione più partic., girare in esterni, fuori sede, lontano cioè dagli studî dove si svolgono le riprese degli interni dello stesso film. Come locuz. avv., all’esterno, di fuori, dalla parte di fuori. ◆ Avv. esternaménte, di fuori, nella parte esterna: esternamente non lo diresti un locale di lusso; la porta esternamente non presenta segni di effrazione; esternamente ha un aspetto florido.