Gentismo

Neologismi (2017)

gentismo


s. m. Atteggiamento politico di calcolata condiscendenza verso interessi, desideri, richieste presuntivamente espressi dalla gente, considerata come un insieme vasto e, sotto il profilo sociologico, indistinto. Il 'populismo' sarebbe però diventato in realtà, e non solo in Italia, per usare un orrendo neologismo, 'gentismo', e cioè trionfo dell'indistinto, dell'omogeneo sempre mutevole, del 'senza radici'. Si sarebbe infatti affermato, secondo i sociologi, che già da tempo ragionano di "folla solitaria", il regno della moltitudine, frutto della globalizzazione (o mondializzazione) che fa implodere le masse, affossa le appartenenze, deterritorializza, produce sradicamento e spaesamento. (Bruno Bongiovanni, Treccani.it, Enciclopedia delle scienze sociali, 1996, s. v. Populismo) Oggi si tratta di blandire la gente, di parassitarne gli umori, di imitarne le pulsioni. Il gentismo è la vera e trionfale novità introdotta da Berlusconi in politica, tal quale il Mike Bongiorno ritratto da Eco egli è in grado di far sentire intelligente e utile anche l'ultimo dei fresconi. Si chiamava demagogia, ora si chiama marketing. (Michele Serra, Repubblica, 8 maggio 2002, p. 14, Prima Pagina) Il gentismo, malattia infantile del populismo, è tutto intorno a noi. Ormai ha colpito pure Matteo Renzi, fra il taglio alle poltrone ai politici in campagna elettorale per il referendum e il “lavoro di cittadinanza” di oggi. (David Allegranti, Foglio.it, 1° marzo 2017, Politica).

Derivato dal s. f. gente con l'aggiunta del suffisso -ismo.