Giòia²

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gioia2


giòia2 s. f. [ricavato da gioiello, con influenza della voce prec.]. – 1. Pietra preziosa, lavorata o no (ha, come gemma, sign. generico, e può indicare, spec. al plur., qualsiasi gioiello, sia o no ornato di gemme); l’astuccio, lo scrigno delle g.; una cassetta di gioie carissime piena (Boccaccio); né ad altra g. che al diamante si permette ciò fare (Cellini). 2. fig. Cosa o persona cara o da tenere in gran pregio (accezione e uso su cui influisce notevolmente anche l’uso fig. 1 a della voce prec.): quella bambina è una vera g.; è una g. di marito, di moglie (anche iron.); g. mia, g. bella, espressioni vezzeggiative che si rivolgono a persone care, spec. dai genitori ai figli; anche senza l’aggettivo: non piangere, gioia! Con accezione affine, poet.: Ne la corte del cielo ... Si trovan molte g. care e belle (Dante), con riferimento alle anime del paradiso, non solo per il loro valore ma anche per lo splendore della luce che da esse emana. 3. Rinforzo circolare di metallo che si poneva un tempo alla volata e alla culatta delle artiglierie. ◆ Dim. gioiétta, soprattutto nell’uso fig., come vezz.: gioietta mia, gioietta cara.

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