Guardaròba

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guardaroba


guardaròba s. m. o f. [comp. di guarda- e roba]. – 1. a. In case d’abitazione, ambiente, composto talora anche di più stanze, o grande armadio, dove si conservano biancheria e vestiti; nei teatri e altri ritrovi pubblici, nei musei, biblioteche e sim., il luogo dove si depositano, entrando, soprabiti, ombrelli, borse o altro. In queste accezioni, e nella seguente, la parola, che negli esempî classici è di solito femm. (con il plur. guardarobe), è oggi quasi esclusivam. masch. invar. b. Per estens., l’insieme degli abiti e degli altri oggetti d’abbigliamento che una persona possiede: ha un ricco g., un g. molto fornito; rinnovare, rifarsi il guardaroba (raro la guardaroba). 2. a. Persona addetta alla custodia del guardaroba e del vestiario in genere (pl. -a o -e per tutti e due i generi; ant., per il masch., anche i guardarobi); oggi in questo sign. la parola è di uso raro, sostituita per lo più da guardarobiere, guardarobiera. b. s. m. Nella famiglia pontificia, fino all’abolizione della denominazione e della carica disposta da Paolo VI (1968), titolo del cameriere segreto partecipante che aveva anticamente la custodia della veste e dei paramenti del pontefice, e in tempi più recenti l’incombenza di portare il cappello rosso ai neo-cardinali.

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