Indurre

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indurre


(ant. indùcere) v. tr. [lat. inducĕre, comp. di in-1 e ducĕre «condurre»] (coniug. come addurre; part. pass. indótto, ant. indutto]. – 1. Propr., far penetrare, quindi destare, suscitare in altri un sentimento, o anche più genericam. provocare, far venire: riflessioni che inducono nell’animo un senso di tristezza; i. nausea, stanchezza; questo farmaco può indurre sonnolenza. Ant., i. nell’animo (proprio) una convinzione, un dubbio, un sospetto, convincersi di qualche cosa, cominciare a dubitare, a sospettare; usato assol. e con prop. oggettiva, formarsi una convinzione: ne l’animo avea indutto ... Ch’altri ch’ Orlando non faria tal pruova (Ariosto). 2. ant. o letter. a. Recare, portare in un luogo o stendere sopra: i. acqua in un canale; Sparga il bosco di fronde, E di bei rami induca ombra su l’onde (Sannazzaro); i. gli occhi, lo sguardo in un luogo, rivolgerli: più mi triema il cor qualora io penso Di lei in parte ov’altri li occhi induca (Dante). Anche mettere sopra, indosso (un abito e sim.): Al divin corpo induce una lorica Tutta d’auro (V. Monti). b. Introdurre in una narrazione, in un’azione scenica o sim.; fig.: Degno è che, dov’è l’un, l’altro s’induca (Dante), che dove si ricorda o si fanno le lodi di uno dei due santi (s. Francesco e s. Domenico), si parli anche dell’altro. c. Addurre (scuse, pretesti): Spesso in difesa del biasmato absente Indur vi sento una et un’altra scusa (Ariosto). 3. Nel linguaggio scient. e tecn., determinare o provocare in un corpo, in un tessuto un fenomeno d’induzione. 4. a. Sospingere, mettere in una determinata situazione morale, o persuadere a fare qualche cosa: i. in tentazione, in errore; i. a compassione; i. al male, al peccato, al delitto; i. con promesse, con lusinghe, con minacce; Questa è la vita ch’a ben far m’induce (Petrarca); sono stato indotto dalla necessità ad agire così; tutto m’induce a credere, a sperare, ecc. b. rifl. Persuadersi, determinarsi, decidersi, con deliberazione più o meno spontanea: finalmente m’indussi a scrivergli; dovette indursi a confessare tutto; se non c’è speranza di riuscita, m’indurrò a tentare altre vie; Mi scusi l’epoca Se anch’io m’induco Al panegirico Di questo ciuco (Giusti). 5. Trarre un giudizio generale o universale partendo dall’osservazione di uno o più fatti particolari, di dati contingenti: dal fatto che tutti gli uomini sono soggetti a errare, s’induce che l’errore è insito nella natura umana. Usato assol., fare un ragionamento induttivo. Nell’uno e nell’altro uso, il verbo è raro, e gli si preferiscono locuz. equivalenti, come affermare, trarre, arguire per induzione, procedere o ragionare per induzione, e sim. ◆ Part. pres. inducènte, anche come agg., soprattutto nel linguaggio della fisica (v. la voce). ◆ Part. pass. indótto (ant. indutto), con i varî sign. del verbo: indotto in errore, indotto da false speranze, indotto con minacce, ecc.; per l’uso come agg. e sost., v. indótto.

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