Latino

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latino


agg. e s. m. (f. -a) [lat. Latīnus]. – 1. a. Relativo o appartenente all’antico popolo di origine indoeuropea che in età storica abitava il Lazio; del Lazio antico, o di Roma, dei Romani: i popoli l. (sostantivato, i Latini); la stirpe l.; le città l.; la lingua, la civiltà latina. b. Per estens., riferito ai popoli e alle regioni che da Roma hanno ereditato la lingua e la civiltà (più propr. neolatino): le nazioni l., i paesi l.; sorella l., la Francia rispetto all’Italia. America l., la parte dell’America che fu dapprima colonizzata dagli Spagnoli e dai Portoghesi; in senso analogo, Impero L. d’ Oriente, denominazione dello stato costituitosi a Costantinopoli nel 1204, in conseguenza della IV crociata, e retto fino al 1261 dalla dinastia iniziata da Baldovino, conte di Fiandra, mentre gli imperatori bizantini avevano sede in Nicea. Quartiere L., a Parigi, la zona della città che è sede degli studî universitarî e luogo d’incontro di studenti, artisti, intellettuali. c. ant. Italiano: Dinne s’alcun latino è tra costoro (Dante); Latin sangue gentile (Petrarca); quella dolce terra Latina (Dante, alludendo alla Romagna); e con funzione avverbiale: parlando latino, domandò ... (Boccaccio). d. Chiesa l., la Chiesa cattolica romana, contrapposta alla Chiesa greca o d’Oriente; rito l., il rito cattolico romano; croce l., v. croce (n. 4 a). 2. a. agg. Con partic. riferimento alla lingua latina, cioè alla lingua parlata e scritta dai Romani antichi: letteratura l.; autori l.; grammatica, sintassi l.; vocabolario italiano-latino; alfabeto l. (e analogam. caratteri l.), il tipo di scrittura formato dalle lettere a, b, c, ecc., adottato dapprima dai Romani e così chiamato per distinzione dagli altri alfabeti sia dell’antichità (semitico, fenicio, greco, ecc.) sia anche di epoche posteriori (arabo, cirillico, ecc.). Per i quadrati l. in matematica, v. quadrato2 (n. 2 h). b. Molto frequente come s. m., il latino, la lingua latina, sia come lingua viva, parlata ai tempi di Roma e conservatasi poi nel medioevo fino alla nascita delle lingue romanze, sia nell’uso colto rimasto in seguito, fino all’età moderna, nella Chiesa, nelle opere di filosofia e di scienza, spesso anche nei rapporti internazionali e nelle comunicazioni tra dotti e studiosi: l. classico o aureo, l. tardo o basso l., l. popolare o volgare (v. volgare), l. rustico, l. medievale, l. ecclesiastico, l. liturgico; l. scientifico, in senso stretto, il latino moderno della terminologia e nomenclatura di varie scienze (soprattutto zoologia e botanica); l. barbaro, l. di sagrestia; l. grosso, scherz., spropositato; l. maccheronico (v. maccheronico); l. sine flexione (v. interlingua); conoscere il l., parlare, scrivere il l. o in l. (anche avverbialmente, parlare latino). E con riguardo all’insegnamento e all’apprendimento della lingua nella scuola: studiare, insegnare, sapere il l.; professore di l., lezione di l.; scrivere in buon, in cattivo l.; tradurre in l., dal l.; esame di l., ecc.; anche, modo di scrivere in latino, composizione o esercizio di traduzione in lingua latina: il tuo l. è molto scorretto, è pieno di errori. Sapere di l. (spesso scherz. o iron.), essere colto, istruito: oh! suggerire a lei che sa di latino! (Manzoni). 3. Usi estens., come s. m.: a. Linguaggio, discorso, modo di esprimersi: per chiare parole e con preciso Latin rispuose (Dante); anche di animali: E canta ogni augelletto in suo l. (Poliziano); scherz., capire, intendere il l., capire quello che è sottinteso in un discorso o ciò che si vuol significare con un atto: ha capito il l. e se ne è andato; non intende altro l. che le legnate (quindi, anche, efficace mezzo di persuasione: due buoni scapaccioni, ecco il l. che ci vuole per lui); dire una cosa in buon l., chiaramente, apertamente. b. In altri casi, parlare latino, esprimersi in modo incomprensibile (o che tale sembra alla gente incolta), usare vocaboli ricercati e di difficile intelligenza: chi li capisce i dottori? parlano latino! 4. a. Come agg., anticam. fu sinon. di chiaro, intelligibile, quindi facile: Sì che raffigurar m’è più l. (Dante); anche di persona, incline, facilmente disposta a fare qualcosa: assai era l. di dare udienza (G. Villani); Un sol difetto avea, dice Turpino, Che nel cader alquanto era l. (Berni). b. Dal sign. ant. di facile, agevole, deriva anche, con molta probabilità, il nome di vela l., che nell’attrezzatura navale designa in genere le vele da taglio triangolari inferite con il lato maggiore a un’antenna o a un cavo, di ottimo rendimento spec. con il vento al traverso. Per estens., bastimento l., attrezzatura l., veleggiare alla l., con vele latine. ◆ Dim. spreg. latinétto (v.), latinùccio (v.); pegg. latinàccio: scrive in un latinaccio orribile. ◆ Avv. latinaménte, in lingua latina, secondo le norme o l’uso latino: scrivere latinamente; periodo costruito latinamente; con lo stesso sign. anche (e più com.) la locuz. avv. alla latina: costruire, accentare, pronunciare alla latina. Ant., chiaramente: a più latinamente vedere la sentenza (Dante).