Lenitivo

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lenitivo


agg. e s. m. [der. di lenire]. – 1. agg. Che ha per fine e per effetto di lenire, cioè di mitigare o attenuare un dolore o fastidio fisico: rimedio, farmaco l., e il potere l., l’azione l. di un farmaco, di una pomata, di un decotto, di un antispastico. In senso fig., che vale ad alleviare un dolore morale, ad attenuare o porre rimedio a una situazione grave o incresciosa: parole, provvedimenti che hanno un effetto debolmente lenitivo. 2. s. m. a. Farmaco o rimedio lenitivo: somministrare un l. per calmare i dolori addominali; con sign. più specifico nel linguaggio medico e farmaceutico, medicamento atto ad attenuare manifestazioni e sintomi fastidiosi (dolori, bruciori, pruriti, stimolo alla tosse, ecc.), somministrato per via cutanea, orale o parenterale. b. Quanto serve ad alleviare e consolare un dolore morale, o anche (ma meno com.) a calmare uno stato di esasperazione, ad attenuare la gravità di una situazione (spesso con il sign. di rimedio temporaneo, provvisorio e insufficiente, con accezione quindi simile a palliativo): quelle parole furono un dolce l. alla sua pena; non c’era alcun l. per quegli animi esasperati; cercare un l., fare ricorso a lenitivi per calmare il malcontento generale.

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