Lungo¹

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lungo1


lungo1 agg. [lat. lŏngus] (pl. m. -ghi). – 1. a. Che si estende notevolmente nel senso della lunghezza, che ha grande estensione dall’una all’altra delle sue estremità (contrario di corto): una l. fune; una l. asta; un bastone lungo lungo; un l. treno; un tavolo l.; una l. via; un giovanotto l. e magro; l. come una pertica, come un campanile (con riferimento alla statura, più com. alto: ma lungo esprime meglio la magrezza); l. disteso, in frasi come cadere, giacere l. disteso, gettarsi l. disteso sul letto, e sim., con il corpo disteso in tutta la sua lunghezza. Per le onde l. e lunghissime, in radiotecnica, v. onda, n. 3 a. Nel linguaggio marin., sono dette onde l. le onde lente, senza spuma, con notevole distanza fra due creste successive, caratteristiche del mare lungo (v. mare). Di quantità discontinue (con nomi di valore collettivo, o comunque comprensivi di una pluralità di cose): una l. fila di gente; un l. corteo; una l. serie (di nomi, di titoli, di guai); l. elenco; l. lista; l. enumerazione, ecc. In più casi è sottintesa l’idea di una lunghezza maggiore rispetto ad altre cose analoghe, o rispetto alla misura normale, conveniente: «i» lungo (o «i» lunga), la lettera j, che rispetto a i scende sotto il rigo; pantaloni l., che scendono sino al piede (contrapp. ai pantaloni corti, sopra il ginocchio, o anche ai pantaloni alla zuava); analogam., di donna, gonna l., abito l., fin oltre i ginocchi o, più comunem., fino alle caviglie (e come locuz. avv., essere in lungo, portare un vestito lungo, spec. a un ricevimento, a una cerimonia, in contrapp. a essere in corto); maniche l., fino ai polsi (diverso da: le maniche sono l., sono troppo l., superano cioè la giusta misura). Soprattutto di parti del corpo: collo l.; naso l.; braccia, gambe l.; portare i capelli l.; una l. barba (ma: avere la barba l., non essersela rasata da qualche giorno); l’asino ha le orecchie l.; ha fatto il viso l., di persona dimagrita; con usi fig.: avere le mani l., essere manesco, o facile ad allungarle, più o meno furtivamente, sul corpo femminile, o aver tendenza al furto (per l. mano come traduz. del lat. longa manus, v. questa voce); aver le braccia l., avere grande potere; aver le gambe l., essere un buon camminatore; avere la lingua l., di persona che sparla volentieri o è pronta a rispondere (v. lingua, n. 1 b); avere le orecchie l., aver l’udito fine (soprattutto di chi sta a spiare), oppure, per allusione all’asino, essere ignorante; fare il muso l., imbronciarsi, mostrare nel volto lo scontento, la disillusione, e sim.: i musi l. non mi piacciono fra vicini ed amici (Verga). b. estens. Che va o che arriva lontano: avere una vista l., vedere a grande distanza (anche fig., riferito agli occhi della mente); Givan seguendo e [= i] bracchi il l. odore (Poliziano); tiro l., colpo l., palla l., e sim., che vanno oltre il bersaglio, oltre il segno o il punto cui erano diretti. Come sinon. vero e proprio di lontano, in qualche esempio antico: parve che Amore m’apparisse allegro ... da l. parte (Dante). c. Per analogia, di cose che non si misurano nella dimensione, ma si estendono nello spazio, oppure nella quantità (immaginata come prosecuzione nel senso della lunghezza): un l. romanzo; un poema lunghissimo; una l. lettera. Talora include anche, sia pure indirettamente, il senso della durata nel tempo: l. cammino, viaggio, tragitto; è l. la strada che dobbiamo ancora fare. In marina: navigazione di l. corso, quella che si compie, senza limitazione alcuna, in qualunque mare e a qualunque distanza dalle coste; capitano di l. corso, ufficiale della marina mercantile abilitato al comando di qualunque nave per qualunque navigazione. Frequente la locuz. fig., fam., saperla lunga, essere furbo, scaltro: è uno che la sa l.; non mi fido di lui, perché la sa troppo l.; tu la sai l., ma non la sai raccontare, sei furbo, ma non riesci a darmela a bere, a infinocchiarmi, e sim. d. Con valore relativo, quando è determinato da avverbî o complementi, e così nelle prop. interrogative, nei paragoni, esprime semplicem. la misura della lunghezza: una corda molto l., troppo l., poco l.; un bastone bello l.; quest’anno le gonne vanno più l. (o meno l.) dell’anno scorso; sarà l. più o meno così; l. un metro, un chilometro; quanto è l. il tavolo?; fare il passo più l. della gamba (v. gamba); più largo che l., di persona grassa e bassa di statura; io non lo guardo quanto è l., frase con cui si usa esprimere astio, noncuranza o disprezzo verso qualcuno. 2. Con valore temporale: a. Che si estende nel tempo, che dura molto: scarpe di l. durata; un l. discorso; un l. spettacolo; conferenza, cerimonia, seduta l.; fare una l. assenza; la l. notte polare; elisir di l. vita; una l. agonia; bere a l. sorsi; trarre un l. sospiro; per il l. uso; per l. consuetudine; avere una l. esperienza teorica; il l. regno di Francesco Giuseppe; il l. Parlamento, quello convocato da Carlo I d’Inghilterra nel 1640 e che si sciolse nel 1660; dopo l. e attenta considerazione; con l. e amorevoli cure (qui si aggiunge anche il senso di assiduo, non interrotto; e così in Foscolo: a te cantando Nel suo povero tetto educò un lauro Con l. amore): in economia, con accezioni specifiche, periodo lungo, periodo lunghissimo (in contrapp. a periodo breve), v. periodo. In unione col sost. tempo, equivale a «molto»: l’ho atteso per l. tempo; da l. tempo appresi Ad esser forte (V. Monti). Di suono, di parole: nota l.; un l. suono di campane; un l. squillo di tromba; Mutar lor canto in un «Oh!» lungo e roco (Dante); Il gemer l. di persona morta (Foscolo). Di quantità discontinua: per l. ordine d’anni. Come predicato: l’arte è l. e la vita breve, traduz. del motto latino vita brevis, ars longa (v.); sarebbe lungo a raccontarti tutte le mie peripezie (dove è sottinteso discorso); Com’io l’ho tratto, saria lungo a dirti (Dante). Con soggetto la indeterminato: pare che la voglia esser lunga, che il fatto, che la faccenda debba prolungarsi molto: il suo male ha avuto qualche complicazione, e pare che la voglia esser lunga. Con compl. oggetto la indeterminato, nel linguaggio fam., farla lunga, allungare molto il discorso, insistere stucchevolmente nel chiedere, nel lamentarsi, nel protestare, nel rimproverare e sim.: insomma, per non fartela tanto lunga, la cosa finì così; quanto la fai lunga! Come locuz. avv., a l. andare, con l’andar del tempo, dopo molto durare: a l. andare, subodorai l’inganno; a l. andare, finirà col perder la pazienza. Con valore più soggettivo, di cose spiacevoli o noiose che si prolungano nel tempo più di quanto si vorrebbe, per cui il tempo sembra non passare mai: rimase in mare tre l. giorni; per un l. anno non abbiamo più avuto sue notizie; dovette fare l. ore di attesa; ha sofferto nel letto per l. mesi (dove si aggiunge anche il sign. di «molti»); quattro anni di lontananza sono lunghi! b. Come per l’estensione, così per la durata, lungo ha talora sign. affine a «lontano», come nella locuz. a l. scadenza (contratto, cambiale, impegno, ecc. a l. scadenza), o, sempre con riferimento al futuro, a l. termine (v. termine), e nelle espressioni tempi l., in tempi l., utilizzate (spec. nel linguaggio polit.) a proposito di opere, fatti, progetti, ecc. la cui realizzazione o maturazione si prevedono piuttosto lontane nel tempo; con riferimento al passato, da l. data, da tempo lontano, da molto tempo prima (il piano di fuga era preparato già da l. data), e con lo stesso valore, ma meno com., di l. mano. c. Con valore relativo (cfr. la lettera d del n. 1), esprime soltanto la durata nel tempo: quanto è l. lo spettacolo? (quanto dura?); d’inverno le notti sono più l. del giorno (o i giorni sono meno l. della notte); le ore di gioia non sembrano mai abbastanza l., sembrano sempre troppo brevi. d. fam. Di persona, tardo, lento nell’operare, che impiega troppo tempo nel fare una cosa o indugia a farla: è molto l. nel mangiare, nel vestirsi, nel fare i compiti; è già un mese che gli ho scritto, ma lui è sempre stato l. a rispondere; sbrìgati, quanto sei l.!; iperb., sei l. come la quaresima, o sei più l. della quaresima. Con sign. simile, anche riferito a cosa, esser l. a, tardare, indugiare: Poi che mia speme è lunga a venir troppo (Petrarca); sarà certo una faccenda l. a risolversi; ferite l. a rimarginarsi. e. Sempre con valore temporale, in alcune lingue (con partic. riferimento al latino e ad altre lingue antiche), vocale l., la cui articolazione ha una certa durata nel tempo, valutata non in senso assoluto ma relativamente ad altra vocale giudicata breve; e sillaba l., la sillaba che comprende una vocale lunga, o anche la sillaba che termina in consonante (e in questo caso, se la vocale è per sé stessa breve, si dice impropriam. ch’essa diventa lunga per posizione, dove «per posizione» va inteso nel sign. di «per convenzione»); spesso sostantivato: il piede dattilo è composto di una lunga e due brevi (sottint. sillaba, sillabe). Analogam. si parla di quantità l. di una vocale, quantità, o durata, che convenzionalmente viene indicata con un trattino orizzontale sovrapposto alla vocale (per es., ā; mentre la quantità breve si indica sovrapponendo un semicerchio: ă). In senso più generico, consonante l., consonante di maggiore durata e articolata con maggiore intensità rispetto alla consonante semplice, e indicata quasi sempre con la ripetizione della lettera, per cui le consonanti lunghe sono comunem. chiamate anche doppie o geminate. 3. fig. a. Di bevanda preparata con quantità d’acqua maggiore della misura media o normale e perciò con poco corpo (in contrapp. a ristretto): un caffè, un tè l.; brodo molto lungo. b. Moneta l., nome dato anticam. alla moneta corrente, avente prezzo superiore in genere a quello della moneta di banco (o corta), fissato dai banchi di deposito in base all’effettivo contenuto metallico. 4. Con valore avverbiale, ant., lungamente, per molto tempo: aspettare lungo, parlare lungo e sim. Oggi solo nella locuz. tirare lungo, tirare troppo lontano, andare oltre il bersaglio. 5. Sostantivato, con valore neutro, lunghezza (limitatamente a determinate frasi): per l., per il l., ant. per lo l., nel senso della lunghezza: segare un’asse per (il) l.; la stanza misura 5 metri per (il) l. e 4 per (il) largo; per le locuz. in l. e in largo, per l. e per largo, v. largo. Forma inoltre, anche con sign. temporale, alcune locuz. avverbiali: a. A lungo, per molto tempo: si fermarono a l. a chiacchierare; non mi tratterrò a l.; ho suonato a l. ma nessuno è venuto ad aprire; è una situazione che non può durare a l.; ma, non posso aspettare più a l., più oltre, di più. Con altro senso, diffusamente, distesamente: mi ha scritto a l.; gli ho spiegato a l. come sta la questione. b. Di lungo, quasi esclusivam. nella frase tirar di l., procedere nel cammino o in un’azione senza fermarsi, senza badare: ho cercato di rivolgergli la parola, ma lui ha tirato di l.; nonostante le continue interruzioni e i fischi, l’oratore tirava di l.; meno com., tirar via, con fretta, con poca cura, nello scrivere o in un lavoro. V. anche dilungo. c. Andare in lungo, procedere lentamente, andare oltre nel tempo, non concludersi: lo spettacolo va troppo in l.; tirare, o mandare, menare in l. (una faccenda, un lavoro, un discorso), allungare, differire la soluzione, rimandare dall’oggi al domani, e sim.: va cavando fuori certe ragioni senza sugo, per tirare in l. il mio matrimonio (Manzoni). 6. Sostantivato al femm.: prendere la l., andare per la più l., dove è sottinteso il sost. via, strada. Anticam. lunga ebbe anche il sign. di lunghezza, o lungo spazio di tempo, da cui le locuz. ant. a lunga, per la l. equivalenti alle forme col masch. a lungo, per il lungo, per lungo, in lungo: postisi a cena ... astutamente quella menò per lunga infino alla notte obscura (Boccaccio); alla l., dalla l., lontano, o da lontano, da lungi: Qualche turma di numidi cavalli Dalla l. galoppa alla campagna (Pascoli). Oggi sono in uso le locuz. alla l., a lungo andare: alla l., finirò con lo stancarmi; alla più l., al più tardi (raro in questo senso il masch. al più l.): alla più l., sarò di ritorno giovedì prossimo; per le l. (con i verbi andare, tirare, menare, mandare), lo stesso e più com. che in lungo: temo che la faccenda vada per le lunghe. Con sign. più partic., di gran lunga, di molto, d’assai, grandemente (per lo più con comparativi o superlativi relativi): è di gran l. più capace; era di gran l. il migliore; un prodotto di gran l. più scadente; Errai, candido Gino; assai gran tempo, E di gran lunga errai (Leopardi); ant., anche il semplice di lunga, senza agg.: ei mostrava virtù di corpo e di animo grandissima, e di lunga tutti gli altri della sua età superava (Machiavelli). ◆ Dim. lunghétto, lunghino, alquanto lungo. ◆ Avv. lungaménte, per lungo spazio di tempo: pianse lungamente; l’aveva lungamente atteso; vissero lungamente felici; ho riflettuto lungamente ma non ho saputo risolvermi. Anche, con molte parole: gli ho scritto lungamente in proposito; potrei parlartene lungamente. Dal dim. lunghetto, si ha anche l’avv. scherz. lunghettaménte: soleva raccontar la sua storia molto per minuto, lunghettamente anzi che no (Manzoni).