Magażżino

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magazzino


magażżino (settentr. magażżéno) s. m. [dall’arabo makhāzin, pl. di makhzan, der. di khazana «conservare, immagazzinare»; nel sign. 2 sul modello del fr. magasin, e nel sign. 4 sul modello dell’ingl. magazine]. – 1. a. Locale o complesso di locali adibito al deposito di prodotti e materiali varî: m. di grano, di fieno, di ferramenta; il m. dell’arsenale, della biblioteca; avere il m. pieno, colmo, vuoto; vuotare, rifornire il m.; magazzino (dei) viveri, nelle caserme; in partic.: magazzini di deposito, complesso di locali adibiti negli impianti industriali al deposito di materie prime e di prodotti manufatturati, nelle istallazioni commerciali alla conservazione delle mercanzie, nelle attrezzature portuali e ferroviarie alla sosta delle merci trasportate; m. generali, istituti privati, gestiti da persone fisiche o giuridiche, per la custodia e la conservazione delle merci ivi depositate da terzi; m. doganali, depositi, gestiti direttamente dallo stato, ove le merci estere possono essere custodite e manipolate in franchigia doganale; m. militari, contenenti tutto il casermaggio. Per il sign. particolare di roccia m. in geologia, v. roccia, n. 1 b. b. fig., non com. Grande quantità di oggetti: ha un m. di attrezzi sparsi qua e là per la casa. Con altro sign., essere un m. di erudizione, di persona molto colta, o di libro ricco di citazioni o di riferimenti eruditi. 2. Nome (più spesso, oggi, grande m., e per lo più nella forma del plur.) di grandi emporî a più ambienti (di cui si ebbero i primi esempî a Parigi verso la metà del sec. 19°) che offrono al consumatore un vasto assortimento di prodotti, a prezzi fissi e abbastanza convenienti: i m. della Rinascente; i m. Coin, Upim; fare acquisti ai grandi magazzini. 3. Nome di alcune parti di meccanismi, destinate ad accogliere e conservare elementi accessorî. Per es.: a. Nella tecnica fotografica e cinematografica, m. intercambiabile, custodia in metallo o materiale plastico, applicabile al dorso di apparecchi di ripresa (in genere professionali), che consente una rapida sostituzione, a seconda delle necessità di ripresa, del materiale sensibile in essa contenuto senza che questo venga esposto alla luce. b. In tipografia, parte superiore della linotype in cui sono contenute le matrici, che, fatte cadere con la battuta del tasto corrispondente a ognuna di loro, vengono trasportate sul compositoio. 4. Titolo di periodici illustrati in voga nei sec. 18° e 19°, sul modello dei magazines inglesi (per es., il M. toscano di Livorno, dal 1754, il M. italiano di Venezia, dal 1767, ecc.).

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