Mancanza

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mancanza


s. f. [der. di mancare]. – 1. a. Il mancare, l’essere privo di qualche cosa; il fatto che qualche cosa manchi del tutto o non ve ne sia in misura sufficiente: patire di m. d’acqua, di viveri; c’è m. di spazio, di tempo; la ricerca è stata abbandonata per m. di fondi; anche riferito a qualità intellettuali o morali: m. di memoria, di autorità, di interessi. Frequente nella locuz. avv. in mancanza di, non essendoci, non avendo: in m. di meglio, o d’altro, dovremo adattarci; in m. di nuove disposizioni, si continuerà a osservare il vecchio orario. b. Il fatto che una persona manchi, soprattutto in riferimento a una funzione o a un’attività, e in quanto l’assenza sia avvertita da chi invece è presente: in m. del sindaco, ne fa le veci l’assessore anziano; abbiamo sentito molto la tua m.; anche riferito a persona defunta: la sua improvvisa m. ha lasciato la famiglia nella costernazione. 2. fig. a. Colpa più o meno grave, per inadempienza nei proprî doveri, o per inosservanza di una norma morale, sociale, giuridica: commettere, scontare, punire, perdonare una m.; una lieve m., una m. grave; le sue m. sono imperdonabili. b. Imperfezione, difetto, sia in persona sia in cosa: ognuno di noi ha le proprie m.; forse una mia m. è quella di non capire ciò che s’arresta e di voler condurre tutto a qualunque costo avanti (Slataper). c. Il venir meno fisicamente; svenimento, mancamento: improvvisamente ha avuto una m.; al plur., non com., sospensione delle mestruazioni per gravidanza o per cause psicologiche. 3. Moneta d’oro del valore di 40 carlini o di 4 ducati, coniata a Napoli da Carlo di Borbone nel 1749 e poi da Ferdinando IV, così chiamata rispetto all’oncia di 60 carlini o 6 ducati.