Matassa

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matassa


s. f. [lat. mataxa, metaxa (dal gr. μάταξα, μέταξα «seta»)]. – 1. a. Quantità di filo avvolto ordinatamente a spira, e poi legato con il capo o bandolo, affinché non si imbrogli: m. di cotone, di seta, di lana; un etto di lana in matassa; imbrogliare, sbrogliare, dipanare, ravviare, arruffare la matassa. In partic., nell’industria tessile, confezione del filato destinato alla lavorazione manuale o meccanica, ottenuta mediante avvolgimento del filato stesso sull’aspo. b. estens. Viluppo, avvolgimento a spira di oggetti più o meno filiformi: una m. di cordoncino, di pasta fine, ecc. In elettrotecnica, gruppo di spire dell’avvolgimento di una macchina rotante, allogate tutte nelle medesime cave. 2. fig. Imbroglio, affare intricato, nelle stesse locuz. che sono usate anche nel sign. proprio: sbrogliare, dipanare la m., sciogliere una faccenda imbrogliata, vedere chiaro in un intrigo; imbrogliare, arruffare la m., portare disordine in ciò che è chiaro e ordinato; il bandolo della m., il filo conduttore, l’elemento che può chiarire o risolvere una situazione difficile. 3. Gioco della m., altro nome del gioco del ripiglino. ◆ Dim. matassina (v.), matassino m., matassa piccola e di filo molto sottile; non com. matassétta e matassèlla; pegg. matassàccia.