Mèdio

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medio


mèdio agg. e s. m. [dal lat. medius, da cui anche mezzo1]. – 1. a. Di mezzo, che occupa il posto di mezzo fra due estremi o in genere fra due elementi terminali, in senso spaziale, temporale, quantitativo, qualitativo, ecc.: la parte m. di un oggetto, di un’asse, di un bastone (nella scherma, anche sostantivato: il m. della lama, la parte compresa tra il forte, prossimo all’impugnatura, e il debole o punta); persona di m. statura (né alta né bassa), di m. età (né giovane né vecchia), di m. cultura o di cultura m.; l’evo m., più com. il medioevo (v.) o Medioevo; note m., in musica, fra quelle basse e quelle acute; ceto m. (v. ceto1, n. 2); un uomo di m. forza; procedere a m. velocità o a velocità m.; crediti, programmi a m. termine (contrapp. a lungo e a breve termine), v. termine, n. 2 b; l’annata è stata m., né buona né cattiva (con riguardo al raccolto, ai guadagni, ecc.); avere un’intelligenza m., mediocre. In determinazioni geografiche e geopolitiche: il m. Adriatico; l’Italia m., l’Italia centrale; il M. Oriente, la parte dell’Asia compresa tra il Vicino e l’Estremo Oriente (v. oriente, n. 2 b). b. Il termine è spesso usato anche come primo elemento di parole composte: medioatlantico, medioevo, mediofrontale, mediopalatale, ecc. 2. Locuz. particolari: a. Dito m. (o assol. il medio, s. m.), il 3° dito della mano, e il più lungo, così detto per la sua posizione intermedia tra le dita. b. In tipografia, lettere m., le lettere (a, c, e, i, m, n, ecc.) che non oltrepassano né in basso (come p) né in alto (come l) le parallele limitanti il corpo di scrittura, che non sono cioè né ascendenti né discendenti. c. In botanica, ovario m., l’ovario dei fiori perigini, detto anche ovario seminifero. d. Nello sport, pesi m., una delle categorie in cui sono divisi, in base al peso, i pugili (da 69,854 kg fino a 72,574 kg); in passato, la stessa denominazione era in uso anche per la lotta (nelle due specialità lotta libera e lotta greco-romana) e per la pesistica, per le quali si preferisce ora indicare soltanto il corrispondente limite di peso (rispettivam. kg 82 e 75): incontro di pugilato dei pesi m.; anche sostantivato: il campione mondiale dei medî. e. Nell’ordinamento scolastico, scuola m., il triennio di studî secondarî cui si accede dalle scuole elementari e che dà accesso ai corsi superiori; in senso più ampio, la scuola secondaria in genere, distinta in scuola m. inferiore (in questo sign. anche assol., e per lo più con iniziale maiusc., la Media o, al plur., le Medie; ufficialmente: scuola secondaria di 1° grado) e scuola m. superiore (ufficialmente: scuola secondaria di 2° grado); per estens., licenza m., quella che si consegue al termine delle medie inferiori; insegnamento m., istruzione m., insegnanti m., delle scuole medie inferiori e superiori. f. Termine m., nel sillogismo, è il termine che mette in rapporto il termine maggiore e quello minore, comparendo in entrambe le premesse mentre è escluso dalla conclusione (così, nel sillogismo «tutti gli uomini sono mortali – tutti i Greci sono uomini – dunque tutti i Greci sono mortali», il termine medio è uomini). g. In matematica si dicono termini medî, e più spesso assol. i medî, in una proporzione a : b = c : d, il 2° e il 3° termine b, c; se è b = c si dice che il numero b, e quindi anche c, è m. proporzionale tra a e d, cioè tra i due estremi, e la proporzione si dice continua. Per il principio del m. (o del terzo) escluso, v. escluso. h. In radiotecnica, m. frequenza (o talora semplicemente media, s. f.) di un ricevitore a conversione di frequenza, la frequenza, generalmente inferiore a quella del segnale in arrivo, alla quale viene portato il segnale stesso dopo lo stadio convertitore; la locuz. è talvolta usata anche per indicare il circuito nel quale la media frequenza si forma. Per le onde medie, v. onda, n. 3 a. 3. In linguistica: a. Diatesi m., forma m., genere m. (o assol. il medio), diatesi o forma verbale considerata, dagli antichi grammatici, come intermedia tra l’attiva e la passiva, con la funzione fondamentale di esprimere un’azione in cui il soggetto è allo stesso tempo agente e paziente, ovvero partecipa intensamente all’azione che compie; valore m. (o mediale) del verbo, il valore di quei verbi, appartenenti anche alle lingue moderne, i quali, pur avendo perduto ogni caratterizzazione di coniugazione media, esprimono, in genere con l’aggiunta della particella pron., la viva partecipazione del soggetto all’azione (per es., bersi un bicchiere d’acqua; andarsene a spasso). b. Consonanti m., nome dato dagli antichi grammatici alle consonanti occlusive sonore β, γ, δ della lingua greca, perché considerate meno complesse delle sorde aspirate ϕ, ϑ, χ e più complesse delle sorde semplici π, τ, κ; per estens., denominazione, talvolta impropria, di qualsiasi consonante occlusiva sonora. c. Consonanti di grado m., nella fonologia italiana (in contrapp. alle consonanti di grado tenue o debole e a quelle di grado forte), le consonanti brevi con tensione dura, cioè le consonanti finali di sillaba, quelle precedute da un’altra consonante, e quelle iniziali assolute di frase fonetica (per es., s, p, l, t di spelta); v. anche grado1, nel sign. 3 f. d. Voce m. (più spesso nella forma lat. vox media), vocabolo, detto anche «di significato neutro» o «indifferente», che non ha di per sé significato positivo o negativo o che in genere enuncia un modo di essere senza includere una valutazione, e che quindi dev’essere determinato da un aggettivo o da un gerundio (come, per es., le parole latine fortuna, tempestas, valetudo). e. Premesso alla denominazione di una lingua, l’agg. medio ne indica una fase intermedia fra l’antica e la moderna (medio inglese), oppure indica la forma che quella lingua assume nella zona centrale della sua area di diffusione (medio-tedesco). 4. Riferito a valore o al nome di una grandezza (per es., la velocità), assume varî significati, tra loro analoghi: a. Valore m. di due o più valori numerici, o di una funzione, è una media dei numeri considerati, o dei valori assunti dalla funzione. b. Nel caso di una grandezza che può assumere differenti valori se riferita a oggetti, o a istanti, diversi, il nome della grandezza seguito dall’agg. medio indica una media dei varî valori della grandezza stessa, relativamente ai diversi oggetti o a un dato intervallo di tempo: età m., vita m. (di più individui), e durata m. della vita (in calcoli statistici, e così il reddito m. pro capite, ecc.); temperatura m. diurna o annua; prezzo m. di una merce. Talvolta si dice anche valore m. dell’età, della temperatura, ecc. c. In altri casi il nome della grandezza seguito dall’agg. medio indica una quantità definita direttamente, a partire da altre grandezze con essa collegate: velocità m. di un veicolo durante un percorso, il rapporto tra il cammino percorso e il tempo impiegato a percorrerlo; in astronomia, giorno m., o giorno solare m., v. giorno, n. 1; tempo solare m., v. tempo, n. 2 a; in fisica, cammino libero m. molecolare, v. cammino2, n. 3 b. 5. Come s. m., medio circolante, nel linguaggio economico, il complesso dei mezzi di pagamento in circolazione in un dato paese (v. circolante). ◆ Avv. mediaménte, in modo o in misura media, non troppo né troppo poco: un uomo mediamente intelligente; in media: per arrivare al paese in macchina, impiego mediamente 50 minuti.

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