Mòdulo

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modulo


mòdulo s. m. [dal lat. modŭlus, dim. di modus «misura»]. – In genere, misura, forma, esemplare, che si assume come modello a cui attenersi, o come elemento fondamentale secondo il quale determinare o proporzionare le misure di un insieme; unità elementare costitutiva di un insieme, detto appunto modulare (v. modulare1), formato dalla replica (lineare, superficiale o spaziale) di quell’unità secondo date regole di simmetria e scansione. In partic.: 1. Elemento o principio sul quale si basano le caratteristiche compositive di un’opera d’arte, e in special modo, in architettura, l’unità di misura stabilita convenzionalmente per il proporzionamento fra le varie parti (nell’antica Grecia essa è costituita dal diametro della colonna nella sua parte più bassa; negli scritti di Vitruvio, è l’elemento base per la messa a punto degli elementi costitutivi della pianta e della facciata di un edificio: m. vitruviano). Analogam., nell’edilizia prefabbricata, nell’arredamento e nel disegno industriale, ciascuno degli elementi omogenei (strutture, forme, volumi), con caratteristiche costruttive comuni, di dimensioni uguali o multiple, progettati per essere accostati con grande varietà e libertà (anche mediante accessorî di raccordo) allo scopo di essere adattati alle più diverse esigenze: il m. di un salotto, di una cucina, di una libreria; il m. di un impianto ad alta fedeltà. Nell’arte (soprattutto antica) e in anatomia, tipo medio ideale nelle dimensioni del corpo umano e delle sue parti (detto anche canone). 2. a. Formulario, traccia prestabilita dalla legge o dalle disposizioni di amministrazioni pubbliche o private per la stesura di determinati documenti o scritture: il m. dei certificati; m. di contratto; redigere una domanda secondo il m. prescritto. b. Foglio stampato contenente indicazioni generiche o domande che vanno completate di volta in volta con notizie particolari a mano o dattiloscritte: riempire un m.; m. per telegrammi, per la spedizione di merci, per note informative; m. per versamenti in conto corrente, m. vaglia. In contabilità, m. contabile, il foglio riproducente lo schema o la formula predisposta di un atto, di una lettera, di una scheda o di un libro relativo a una data operazione. M. (o modello) di rilevazione, foglio sul quale si registrano a fini statistici le rilevazioni individuali di dati. c. M. continui (o a carta continua o a striscia continua), striscia di carta costituita da una lunga serie di moduli successivi separati l’uno dall’altro mediante fustellatura che consente prima di ripiegarli e sovrapporli a pila e poi di staccarli con molta facilità: sono comunem. usati per la stampa dei dati in uscita da un computer o da un terminale, con alimentazione automatica dell’apparecchio stampante, su cui vengono fatti avanzare da una serie di fori di trascinamento praticati sui due margini laterali; possono essere di carta bianca, o con rigature orizzontali prestampate, o contenere anche intestazioni e diciture fisse; esistono inoltre moduli predisposti per la stampa contemporanea in più copie, ottenibili mediante carta carbone intercalata o mediante speciali trattamenti chimici del rovescio dei moduli. 3. M. monetario: espressione, meno com. di unità monetaria, usata per indicare la moneta base di un sistema monetario, cui viene cioè riferito il valore di tutte le altre monete, multipli o sottomultipli, del sistema stesso. 4. Altro nome della forma, utensile usato per la fabbricazione di un foglio di carta a mano. 5. In numismatica, diametro di una moneta, attualmente indicato in millimetri. 6. In idraulica: a. Unità di misura della portata di un’acqua corrente: più precisamente, corpo d’acqua che scorre nella costante quantità di 100 litri al secondo. b. Particolare tipo di modellatore (v. la voce, nel sign. 2). c. La media dei valori annui della portata in una sezione di un corso d’acqua. 7. Termine usato in varî settori tecnici per indicare certe grandezze definite in modo da caratterizzare la natura, o particolari proprietà, di un corpo, di un meccanismo, ecc.; per es., nella scienza delle costruzioni, m. di resistenza, di una trave prismatica sollecitata a flessione semplice, il rapporto tra il momento d’inerzia della sezione trasversale della trave rispetto all’asse neutro e la distanza della fibra neutra dalla fibra più sollecitata; m. di elasticità longitudinale, coefficiente di proporzionalità tra sforzi e deformazioni in un solido sollecitato a trazione; m. di elasticità trasversale, coefficiente di proporzionalità tra sforzi e deformazioni in un solido sollecitato a taglio; nella meccanica applicata, m. di dentatura, il quoziente del diametro della circonferenza primitiva di una ruota dentata, diviso per il numero dei denti. In partic., nella tecnologia dei cementi, m. calcareo, il rapporto fra le percentuali in peso dell’ossido di calcio e della silice contenuti nel cemento; m. dei fondenti, l’analogo rapporto tra l’allumina e l’ossido di ferro; m. silicico, quello tra la silice e gli ossidi di alluminio e di ferro. 8. a. Nella tecnica, spec. nelle tecnologie elettroniche, spaziali e subacquee, nome dato a una parte ben individuabile di un apparecchio che adempie una specifica funzione: m. di alimentazione, in un apparato elettronico, la parte comprendente le fonti, primarie o secondarie, di energia; m. di comando, m. di soccorso, in un’astronave o in un minisommergibile, le diverse parti in cui sono raggruppati, rispettivam., gli organi di comando e le particolari apparecchiature per il salvataggio sia dell’equipaggio di bordo sia di quello di altri mezzi similari sinistrati; m. estraibile o intercambiabile, quello che può essere facilmente asportato e sostituito con altri; m. lunare, nelle astronavi del progetto Apollo, l’elemento, distaccabile e costituente unità autonoma, di cui gli astronauti si sono serviti per raggiungere la superficie lunare e per tornare poi all’astronave. b. In informatica, dispositivo fisico o circuitale oppure elemento di programma che costituisce un’unità di un sistema modulare (secondo la definizione data sopra, nell’introduzione della voce). Modulo di memoria, in un computer, ciascuno dei gruppi di posizioni che costituiscono le unità fisiche elementari della memoria centrale dell’elaboratore e che entro certi limiti possono essere aggiunte a quelle esistenti all’inizio per aumentare la capacità della memoria. 9. In matematica, il termine assume sign. diversi nelle varie teorie: m. di un numero reale, il suo valore assoluto; m. di un numero complesso, dato dalla radice quadrata della somma dei quadrati della parte reale e del coefficiente di quella immaginaria; m. di un vettore, dato dalla sua intensita o «lunghezza». Operazione modulo n, operazione eseguita su un numero intero, il cui risultato è il resto della divisione per n del numero dato: per es., 11 modulo 3 = 2. 10. In fisica, con riferimento a una grandezza oscillante, lo stesso che ampiezza dell’oscillazione. 11. In astronomia, m. di distanza, di un oggetto celeste, la differenza tra la sua grandezza apparente e la sua grandezza assoluta, da cui si può risalire alla distanza reale dell’oggetto. 12. In etologia, l’insieme delle azioni che un animale compie in modo stereotipato o seguendo una precisa sequenza, la quale si ripete ogniqualvolta si presenta lo stimolo che richiede lo svolgimento di una determinata funzione (l’insieme dei moduli comportamentali di una specie permette di costituire l’etogramma). 13. In genetica (come sviluppo del sign. già indicato al n. 2 c, di «serie ordinata di dati»), m. di lettura, in ingl. reading frame, scansione periodica di tre in tre attribuibile a una sequenza di nucleotidi, in modo da poter avere la traduzione del messaggio genetico nella sequenza di aminoacidi di una proteina funzionale. 14. a. Nella scuola elementare, m. organizzativo (o assol. modulo), unità costituita da gruppi di tre insegnanti per due classi o di quattro insegnanti per tre classi, ai quali sono assegnati ambiti disciplinari distinti. Si definisce inoltre m. orizzontale quello relativo a insegnanti in classi dello stesso livello (tutte prime, tutte seconde, ecc.) e m. verticale quello relativo a insegnanti in classi di diverso livello (per es., una prima e una seconda). b. Corso universitario che verte su un preciso argomento ed è concluso da un esame scritto o orale, il superamento del quale permette l’acquisizione di un numero prestabilito di crediti formativi. 15. Nel gioco del calcio, lo schema tattico con cui l’allenatore dispone in campo i giocatori della propria formazione: la squadra vinse il campionato applicando il m. 4-3-3.

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