Muffa

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muffa


s. f. [dal germ. muff]. – 1. a. Nome generico dato al micelio che certi funghi formano sulla superficie di organi vegetali o animali e delle più svariate sostanze organiche in decomposizione, su cui vivono da saprofiti o da parassiti, presentando per lo più colore bianchiccio o verdognolo: un luogo umido, pieno di m.; prendere la m.; fare la m.; togliere la muffa. Con riferimento all’odore e al sapore caratteristici della muffa: c’è odore di m. in questa stanza; sentire, sapere di m.; il vino ha preso di muffa. b. Locuz. fig.: far fare la m. alla roba, non usarla; lasciar fare la m. a qualche cosa, trascurarla, non darsene pensiero; stare in un luogo a fare la m., in condizioni di inattività, di abbandono, di solitudine; letter., levare, trarre il cervello di muffa, impegnare la mente in qualche attività dopo un periodo di ozio. c. tosc. Superbia, boria, alterigia: la rancida Muffa patricia (Giusti); avere la m. al naso, darsi delle arie; ant., saltare, venire la m. al naso, andare in collera, stizzirsi; che muffa!; quanta muffa! e sim., che arie, quanta superbia! 2. a. Per somiglianza d’aspetto: m. bianca del pane, prodotta da un fungo zigomicete (Mucor mucedo) della famiglia mucoracee; m. nobile (lat. scient. Botrytis cinerea), che determina la fermentazione nobile nell’uva infavata; m. dei pesci, nome di alcuni funghi della famiglia saprolegnacee che vivono come parassiti su pesci d’acqua dolce, negli acquarî, dove possono riuscire molto dannosi. b. Per estens., denominazione (spec. al plur., muffe) delle vegetazioni che si formano presso le sorgenti termali o sulle gradinate su cui scorrono le acque termali, e con le quali si fanno applicazioni terapeutiche, come con i fanghi. ◆ Dim. muffétta (v.), muffettina.