Nèsso

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nesso


nèsso s. m. [dal lat. nexus -us (e, nel sign. 3, nexum -i), der. di nectĕre «connettere, intessere»]. – 1. Connessione, legame, relazione: il n. del discorso; idee e ragionamenti senza nesso, senza alcun n. logico; cercare, stabilire un n. tra due avvenimenti, o sim.; n. causale, rapporto di causa ed effetto; con sign. più specifico, nella teoria del diritto, n. di causalità, il rapporto diretto e univoco che lega un evento (dannoso) a un’azione illecita e che consente di imputare all’autore dell’azione l’onere di risarcire al danneggiato il danno prodotto e di sopportare eventuali responsabilità penali. Raro in senso concr., per indicare un elemento materiale di connessione o di collegamento. 2. a. In epigrafia e paleografia, gruppo di due lettere, o tre, legate tra di loro per mezzo di un elemento comune nel segno: per es. MB = mb, NT = nt. b. In linguistica, séguito di suoni in un dato ordine fonetico (n. vocalico, per es. ia di via; n. consonantico, per es. str di strada), o di lettere in un dato ordine di successione nella scrittura (n. grafico, per es. gli in italiano, indipendentemente dalla pronuncia ‹l’› o ‹ġli›, o di parole in un dato ordine sintattico (n. sintattico, per es. la locuz. avv. tutt’a un tratto, e in genere tutti i sintagmi lessicalizzati). 3. Nome di un istituto del diritto romano di incerta identificazione, più spesso indicato con la forma lat. nexum, talora tradotta (per es. dal Vico) con nodo, che rappresenta forse la più antica forma di obbligazione della società romana; il termine si applicava soprattutto a contratti (compiuti formalmente per aes et libram come la mancipazione, alla quale il nexum è accomunato nella legge delle XII Tavole) in cui il debitore legava la sua stessa persona al creditore come garanzia o restituzione del suo debito.