Nòdo

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nodo


nòdo s. m. [dal lat. nōdus]. – 1. a. Intreccio di uno o più tratti di corda (o filo o nastro o altro elemento flessibile e relativamente sottile), consistente in un avvolgimento del tratto su sé stesso o in un suo collegamento con un altro tratto o con oggetti diversi, e avente lo scopo di realizzare, a seconda dei casi, un accorciamento e ingrossamento della corda, un cappio atto ad agganciare o a serrare, una giunzione di due o più capi, una legatura fissa o scorsoia, ecc.: fare, disfare, sciogliere, stringere un n.; un n. semplice, doppio, scorsoio, inestricabile (per n. gordiano, in senso proprio e fig., v. gordiano). Tra i nodi più comuni: quello che si fa nella gugliata di filo da cucire per evitare che esca dalla cruna dell’ago o dal punto dov’è passato l’ago nella stoffa; quello fatto, in forma di cappio, ad accessorî di abbigliamento costituiti da strisce o rettangoli di stoffa leggera, o anche di lana, o di pelle morbida, come cravatte, cinture, sciarpe, foulard, di solito a scopo ornamentale (farsi il n. alla cravatta; serrare la sciarpa con un n. sul petto; fissarsi il foulard con un n. sotto il mento; sciogliere il n. della cintura, ecc.; ma anche farsi un n. al fazzoletto, come talora si usa per rammentarsi di qualche cosa); quello fatto con refe, filo, spago o altro in lavori a rete nella tessitura dei tappeti (v. ghiordes e senneh) o in ricami: merletto a nodi, nome generico dato a quei merletti (come il macramè) che sono realizzati con una serie di nodi che formano nello stesso tempo disegno e fondo; n. antico, detto anche punto Palestrina, tipo di ricamo molto decorativo, lavorato da sinistra verso destra, costituito essenzialmente da una serie di punti annodati disposti secondo disegni lineari; punto a nodi, v. nodino, n. 2 a. Nell’industria tessile, la legatura (n. da pescatore, n. da tessitore, n. quadro, n. doppio, ecc.), eseguita a mano o con mezzi meccanici, con cui si tende a ripristinare la continuità di un filo, o filato, in seguito a rottura. Secondo il modo dell’avvolgimento si hanno varî tipi di nodi, usati nell’alpinismo, nella navigazione, nell’attrezzatura per la pesca e in altre attività che comportano l’uso di fili e corde, talvolta chiamati con il nome di chi li ha inventati, spesso indicati con nomi diversi o con qualifiche che ne precisano il settore di attività (per es., n. chirurgico, nodo adoperato per la legatura dei vasi sanguiferi o per fissare un punto di sutura, eseguito annodando il filo una prima volta con nodo doppio e una seconda con nodo semplice). Nell’attrezzatura navale si usano correntemente nodi di vario tipo per scopi diversi: per evitare lo sciogliersi dei legnoli (n. semplice, n. diamante, varî tipi di bottone, ecc.); per accorciare un cavo o per crearvi un ingrossamento locale (n. margherita, n. di Savoia o d’amore o a otto, n. del frate o del cappuccino, ecc.); per unire insieme due cavi (n. piano, n. inglese o del pescatore, n. vaccaio o di tonneggio, n. di matafione, n. di scotta, o gruppo di bandiera, ecc.); per imbragare o abbracciare un oggetto, assicurare cavi d’ormeggio, collegare una cima a un gancio o a un anello (n. a bocca di lupo, n. parlato, n., o gruppo, d’ancorotto, gassa d’amante semplice, doppia, scorsoia, ecc.); caratteristiche comuni a tutti i nodi marinareschi sono la sicurezza sotto sforzo e la facilità a essere sciolti quando non sono più in tensione. Nell’alpinismo si usano nodi specifici, fra l’altro, per le seguenti funzioni: per legarsi in cordata, con legatura intorno alla vita o collegando la corda all’imbragatura (n. delle guide, in pratica una semplice asola, n. delle guide con frizione, n. Bulin o di Bulin, variante della gassa d’amante dell’attrezzatura navale [v. anche bolina], n. Bulin doppio o infilato, che corrisponde alla gassa d’amante doppia, n. a contrasto, ecc.); per assicurazione o per autoassicurazione (n. del barcaiolo o n. barcaiolo, ossia il nodo parlato dell’attrezzatura navale, mezzo barcaiolo, scorrevole e usato come freno, ecc.); per sicurezza nella discesa in corda doppia, per risalire lungo la corda, per effettuare operazioni di soccorso (n. autobloccanti, come il n. Prusik, il n. Marchand, il n. valdostano, il n. Bachmann, ecc., realizzati, con spezzoni di cordino sulla corda di cordata, in modo da scorrere se impugnati sugli avvolgimenti che li costituiscono e bloccarsi se l’asola che ne esce è sottoposta a trazione); per unire tra loro due corde, chiudere un anello di cordino o di fettuccia, ecc. (n. inglese, semplice e doppio, e n. piano, usati anche nell’attrezzatura navale, n. fettuccia, ecc.). b. Viluppo o groviglio, non diverso dai nodi comuni, che si forma casualmente in un filo, in un cordone o in altro corpo filiforme: districare i n. dei capelli; fig., tutti i n. vengono al pettine, v. pettine, n. 1 a. Con altro uso estens., nel linguaggio letter. o poet., ciocca ondulata di capelli: Erano i capei d’oro a l’aura sparsi Che ’n mille dolci n. gli avolgea (Petrarca); o anche crocchia: dalla nuca i capelli, come ravvolti in una spira, piegavano al sommo della testa e vi formavano un nodo (D’Annunzio). 2. Figura che rappresenta un nodo o comunque l’intreccio di una o più linee: n. d’amore, in araldica, l’intreccio semplice o doppio del «laccio d’amore» (v. laccio, n. 3), chiamato anche n. di Savoia, o n. Savoia, in quanto è presente in molti monumenti di casa Savoia e nel collare della Ss. Annunziata. N. (o segno, o sigillo) di Salomone, nome dato a speciali figure di origine astrologica, che venivano adoperate nelle pratiche di stregoneria per scongiurare malefizî o fatture; più genericam., intreccio di linee disegnate in modo che non se ne veda né il principio né la fine. 3. Usi estens.: a. Spira, intreccio del corpo di un serpente intorno all’oggetto a cui si stringe: egli [Laocoonte] ... i tristi nodi Disgroppar con le man tentava indarno (Caro), tentava di sciogliere le spire dei serpenti che l’avevano avvolto. b. Nel pugilato, traduz., poco usata, dell’ingl. clinch (v.), comunem. reso con l’espressione corpo a corpo. c. Vortice, turbine, nelle locuz. del linguaggio marin. nodo di vento, nodo d’acqua. 4. fig. a. Legame, vincolo tra due o più persone: il n. dell’amicizia, dell’amore; spec. in espressioni e formule del linguaggio letter. e poet.: l’amoroso n., il dolce n.; n. maritale, coniugale, matrimoniale; legarsi d’amore con indissolubile n. (espressione, quest’ultima, anch’essa allusiva spesso al matrimonio); meno com., i n. familiari, i n. di parentela. In senso più ampio (letter.), il rapporto, o l’insieme dei rapporti, che uniscono individui o gruppi o popolazioni appartenenti a una stessa comunità o società: il n. sociale. In partic., con riferimento al diritto romano antico, termine usato talora come sinon. di nesso, nel sign. 3 di questo termine (traduz. del lat. nexum): tre anni dopo finalmente per la legge Petilia fu sciolto affatto il diritto eroico del nodo: onde poté tutta surgere ... la libertà popolare (Vico). b. Intoppo, groppo e sim., soprattutto come senso di costrizione, di oppressione o di soffocamento che ha bisogno di uno sfogo, in espressioni quali n. di pianto, n. di tosse, e spec. n. in gola, n. alla gola, sensazione soggettiva di costrizione faringea che ostacola la deglutizione, per commozione, stato angoscioso o altro motivo (mi sentivo un n. in gola; gli venne come un n. alla gola, ecc.); meno com., fare n. alla gola, di cibo che non vuole andar giù, o di cosa che non si riesce a sopportare, ad accettare. c. In opere letterarie, e spec. in lavori teatrali, intreccio di fatti e di vicende, più o meno complesso, su cui è costruita la trama o parte della trama dell’opera: i n. di un romanzo, di una tragedia, di un melodramma; la soluzione di un n. o dei n.; la novità del poema ... consiste nella novità del n. e dello scioglimento della favola (T. Tasso). Anche, il nucleo della narrazione, intorno a cui si ordinano le varie vicende: è questa la situazione che forma il n. del romanzo; all’Orlando Furioso manca il n. epico (Carducci). d. Punto essenziale, particolarm. complicato e controverso, che occorre superare, chiarire o risolvere per giungere alla soluzione di un problema, di una difficoltà, di una divergenza: è questo il n. della questione; i n. di una vertenza sindacale. e. Più genericam., difficoltà, ostacolo che rallenta o impedisce lo sviluppo o il proseguimento di un’azione, il raggiungimento di uno scopo, e sim.: issa vegg’iodiss’elliil nodo Che ’l Notaro e Guittone e me ritenne Di qua dal dolce stil novo (Dante); c’era ancora quel n. del voto, e più stretto che mai (Manzoni, dove però può essere implicito anche il sign. di «vincolo, legame»); l’Europa intende che la questione italiana è n. fatale, se non disciolto (Mazzini). 5. In biologia, ingrossamento o indurimento nei tessuti vegetali o animali. In partic.: a. In botanica, punto di inserzione delle foglie sul fusto; nelle carofite, luogo di inserzione dei pleuridi sul tallo; n. del legno, struttura nodulare che si forma per inclusione di rami, vivi o morti, nel tronco durante il suo accrescimento diametrico e si evidenzia nelle sezioni del legname lavorato. b. In embriologia, n. embrionale, gruppo di cellule della blastocisti, da cui si origina l’embrione nei mammiferi; n. cefalico (o n. di Hensen), gruppo di cellule situato all’estremità cefalica della linea primitiva nell’embrione degli uccelli e dei mammiferi. c. In anatomia, n. del seno (o n. seno-atriale), formazione anatomica situata nell’atrio destro del cuore, in corrispondenza dello sbocco della vena cava superiore, importante nella regolazione del ritmo cardiaco; n. linfatico, lo stesso che linfonodo. d. In patologia, qualsiasi formazione circoscritta, di consistenza diversa da quella dei tessuti circostanti, dolente o no alla palpazione, ed espressione dei più diversi processi patologici. e. In dermatologia, n. o nodosità, infiltrato solido profondo in sede dermica o ipodermica. 6. Luogo d’incrocio o di convergenza, e perciò anche di diramazione, di più vie di comunicazione, nelle locuz. n. stradale, n. ferroviario, che indicano anche la località, il centro in cui si trova tale incrocio, derivandone particolare importanza economica, strategica, ecc. Con accezioni simili e specifiche in alcune scienze: a. In astronomia, ciascuno dei due punti in cui l’orbita di un pianeta taglia l’eclittica. Nodi dell’eclittica (o punti equinoziali o equinozî), i due punti in cui questa taglia l’equatore celeste; i due nodi relativi a un determinato corpo celeste si dicono rispettivam. n. ascendente e n. discendente a seconda che il corpo si diriga, nell’attraversarlo, dall’emisfero australe verso quello boreale, o viceversa (il nodo ascendente dell’eclittica ha, in partic., il nome di punto gamma o punto vernale). Linea dei n., la retta congiungente i due nodi, corrispondente all’intersezione del piano dell’orbita del corpo celeste con il piano dell’eclittica. b. In geografia fisica, n. orografico, zona dove si incontrano due o più serie di rilievi montuosi aventi direzioni diverse, e che costituisce in genere anche un n. idrografico, convergendovi le finee di displuvio di varî bacini contermini. c. In matematica, punto doppio di una curva piana nel quale le tangenti principali sono reali e distinte; in senso più esteso, punto appartenente a due rami lineari, cioè, in forma intuitiva, un punto per il quale la curva passa due volte. d. In fisica, lo stesso che punto nodale (v. nodale, nel sign. 2 c). 7. In elettrotecnica ed elettronica, punto comune a tre o più rami di una rete elettrica; la legge, o principio, dei n. afferma che la somma algebrica delle intensità di corrente concorrenti in un nodo è nulla. 8. In una rete informatica, ciascuno degli elaboratori (detti nodi di elaborazione) interconnessi tra loro. 9. Nelle costruzioni edilizie, nome delle sezioni delle parti caratteristiche di un infisso, che mostrano, disegnate in scala o al vero, come si uniscono e combaciano nelle battute le varie parti, sia fisse sia mobili, tra di loro. 10. Unità di misura della velocità di una nave o di un aeromobile, corrispondente alla velocità di un miglio nautico internazionale (1852 m) all’ora; il nome deriva dalla graduazione, fatta con nodi sul cavetto del solcometro a barchetta, con cui si misurava la velocità contando appunto quanti nodi passano in un determinato tempo: la nave filava a 20 nodi. ◆ Dim. nodèllo (v.), nodino (v.), nodicèllo, nodicino, non com. nodétto; accr. nodóne; pegg. nodàccio.

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