Paràbola¹

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parabola1


paràbola1 s. f. [dal lat. parabŏla, gr. παραβολή, der. del tema di παραβάλλω «confrontare»]. – 1. a. Presso i Greci e i Latini, termine che significò propriam. comparazione, similitudine, per mezzo della quale si chiarisce un argomento difficile avvicinandolo a uno più chiaro e più noto, e passò poi a indicare presso gli scrittori cristiani, con sign. più concr., la narrazione di un fatto immaginario ma appartenente alla vita reale, con il quale si vuole adombrare una verità o illustrare un insegnamento morale o religioso; oggi è riferito quasi esclusivam. alle narrazioni evangeliche: la p. del figliuol prodigo, del buon Samaritano, del ricco epulone; insegnare per parabole (ant. in parabola); parlare per parabole (anche, talora, in senso estens., parlare in modo allusivo, facendo ricorso a metafore). b. raro e ant. Con sign. generico, racconto immaginario a carattere didascalico o tendente a illustrare una verità morale: intendo di raccontare cento novelle, o favole o parabole o istorie che dire le vogliamo (Boccaccio). 2. ant. Parola (per l’evoluzione di sign., avvenuta già nel lat. tardo, v. parola): Molte sono le femmine c’hanno dura la testa, E l’omo con parabole l’adimina e amonesta [= le domina e persuade] (Cielo d’Alcamo).