Paraffina

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paraffina


s. f. [lat. scient. paraffina, comp. del lat. class. parum «poco» e affinis «affine», con allusione alla scarsa reattività chimica]. – 1. In chimica organica, nome degli idrocarburi alifatici saturi, detti anche idrocarburi paraffinici o della serie del metano o, nella moderna nomenclatura, alcani, di formula generale CnH2n+2, il cui numero di atomi di carbonio va da 1 a 60, abbondantemente presenti in natura come costituenti dei petrolî e dei gas naturali, dai quali vengono ottenuti, direttamente o attraverso trattamenti diversi; possono essere prodotti anche artificialmente, per idrogenazione dei carboni o (con il processo detto di Fischer-Topsch) a partire dal gas di sintesi. In condizioni ordinarie i primi quattro termini (metano, etano, propano, butano) sono gassosi, i successivi sono liquidi fino all’n-ottadecano. Le paraffine (soprattutto quelle a pochi atomi di carbonio) hanno scarsa reattività a temperatura ambiente, ma possono prendere parte, in adatte condizioni, a numerose reazioni (alchilazione, alogenazione, ossidazione, deidrogenazione, piroscissione, ecc.), da cui si ottengono prodotti di grande interesse applicativo (per es., etilene dall’etano, aldeidi, chetoni, alcoli dal propano e dal butano, solventi, cloroderivati, ecc. dai pentani). Particolare importanza hanno assunto le paraffine lineari che, separate da quelle a catena ramificata (tramite setacci molecolari e mediante formazione di addotti con urea), trovano impiego nella preparazione di detersivi (che risultano più facilmente biodegradabili di quelli ottenuti da paraffine con uguale numero di atomi di carbonio ma a struttura ramificata), come fonte di carbonio in processi di fermentazione (per la preparazione di lieviti, di acido citrico), nella preparazione di olefine superiori (per cracking termico). 2. Miscela di idrocarburi saturi e insaturi, in prevalenza paraffinici, di 20-40 atomi di carbonio, presente in natura allo stato minerale in diverse varietà (di cui la più nota è l’ozocerite), contenuta in quantità variabile nei petrolî greggi e nei prodotti di distillazione di certe ligniti. Si presenta come una massa bianca, cerosa, traslucida, insapore e inodora, insolubile in acqua, formata da cristalli di maggiori (cere di p.) o minori dimensioni (cere microcristalline); la paraffina del commercio si distingue in base al grado di raffinazione (greggia, parzialmente raffinata, raffinata) o al punto di fusione (p. molle, p. dura); sia da sola sia in miscela con altre sostanze serve per preparare candele e fiammiferi, come isolante, per l’apprettatura dei tessuti, per la preparazione di cere da scarpe, di cosmetici. Olio di p., liquido oleoso incolore costituito da una miscela di idrocarburi, che si ottiene come residuo liquido durante la separazione della paraffina dai petrolî: è inattaccabile dagli acidi e dagli alcali e si usa come lubrificante, per olî da trasformatori e, in farmacia, per unguenti. 3. Prova del guanto di paraffina (o, più brevemente, prova della p.), prova cui viene sottoposta dalla polizia la persona indiziata di avere sparato, per accertare se ha effettivamente fatto uso di un’arma da fuoco; consiste nell’applicare sulle mani dell’indiziato uno strato di paraffina, atto a trattenere e rivelare, attraverso successive analisi chimiche, eventuali tracce di polvere da sparo.

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