Paràgrafo

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paragrafo


paràgrafo s. m. [dal lat. tardo paragrăphus, gr. ἡ παράγραϕος, comp. di παρα- «para-2» e -γραϕος «-grafo»]. – 1. In origine, segno d’interpunzione che compare negli antichi papiri greci dell’età ellenistica, consistente in una lineetta marginale fra due righe di scrittura, per segnalare una divisione nel testo o una pausa, come il cambio di persona in un dialogo (e fu usato anche per distinguere le parti in responsione nel coro o nella parabasi delle antiche tragedie e commedie). Nei codici medievali, segno grafico convenzionale (prima nella forma di , poi di ) usato dagli amanuensi, di solito in colore diverso da quello in cui è esemplato il testo (per lo più rosso e blu) per porre in evidenza titoli, rubriche, parti di elenchi, ecc., o anche per indicare una divisione nel testo quando si passava ad altro argomento, premesso di solito al titolo che per lo più era scritto sulla stessa riga in continuazione all’argomento precedente (e con le stesse funzioni e la medesima forma continuò ad essere adoperato negli incunaboli). In epoca moderna, segno grafico, di forma §, che contrassegna le parti di uno scritto designate anch’esse con lo stesso nome. 2. Ciascuna delle varie parti, generalm. brevi e dotate di una certa unità di pensiero e di composizione, in cui viene suddiviso un capitolo di un’opera (manuale di studio, trattato scientifico, legge, ordinamento, ecc.), o anche uno scritto in genere: i primi tre p. del 4° capitolo del testo di storia; e in senso fig.: verrò a quelle parole, le quali sono scritte ne la mia memoria sotto maggiori p. (Dante). Nella partizione delle leggi in uso in ordinamenti stranieri (per es. in quello tedesco), il paragrafo corrisponde all’articolo; nel Codex iuris canonici, corrisponde al comma; nel Corpus iuris civilis, suddivisione di una legge di lunga formulazione. Per influsso dell’ingl. paragraph, e sostenuto dalla diffusione dell’informatica e della videoscrittura, capoverso. 3. Per analogia col segno grafico, nel pattinaggio artistico su ghiaccio, nome di esercizî facenti parte delle 17 figure obbligatorie di scuola, che vengono eseguiti prima su uno e poi sull’altro piede, descrivendo un tracciato simile a due cerchi posti uno accanto all’altro sullo stesso piano orizzontale.