Pattume

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pattume


s. m. [der. del lat. pactus «compatto», part. pass. di pangĕre «congiungere»], tosc. – 1. Roba sudicia e inutile che si raccoglie spazzando, o che si ammassa per terra: le comari filavano al sole e le galline razzolavano nel p., dinanzi agli usci (Verga); per terra è un p. di calce dispersa, di gusci di fagiuoli, di penne di gallina,... (De Marchi). 2. non com. Melma, fanghiglia: quando piove, c’è un p. per queste strade che ci s’affonda!; un monte Di ghiaia immenso e di pattume intorno Gli verserò (V. Monti). 3. In senso fig. e spreg., abiezione, immoralità, corruzione: l’odio ha fornicato con la cupidigia nel p. della licenza (Carducci); o insieme di persone spregevoli: mi deve promettere che ... mi sgombra la casa di questa marmaglia e butta fuori tutto questo p. (Bacchelli).