Pendènte

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pendente


pendènte agg. e s. m. [part. pres. di pendere]. – 1. agg. a. Che pende dall’alto (con uso prevalentemente participiale): i prosciutti p. dal soffitto; nel linguaggio giur., frutti p., i frutti naturali quando sono aderenti alla pianta che li produce; in agraria, stima del frutto p., la stima dell’entità della produzione che si fa in una coltivazione di piante legnose un mese prima della raccolta dei frutti (serve a predisporre la vendita del prodotto). b. Inclinato rispetto alla linea verticale: la torre p. di Pisa; stava con la testa p. sul petto; giù dal collo de la ripa dura Supin si diede a la p. roccia (Dante). c. fig. Che non ha prodotto ancora l’effetto giuridico suo proprio: diritto p., per il mancato sopravvenire del fatto che è condizione della sua efficacia (per es., un credito prima della scadenza del termine); indeciso, non ancora definito, non ancora giudicato: questione, causa, lite p.; processo p.; carichi p., non definiti da sentenza passata in giudicato. Con uguale sign. la locuz. avv., ant., in pendente, nelle frasi essere, tenere, restare in p., essere, tenere in sospeso: si rimase la quistione, qual fosse il vero erede del padre, in p.: e ancor pende (Boccaccio). Nell’uso grammaticale ant., passato p. (o, come s. m., il p.), il tempo imperfetto, in quanto esprime un’azione che dura nel passato e perciò non compiuta: pigliandosi sempre le voci del pendente di questo verbo «Avere» (Bembo). d. Anticam., sempre con riferimento ad azione non compiuta, si trova usato in costruzioni assolute: la quale infermità p., il duca di Vertimbergh, con l’aiuto del langravio di Alsia e di altri prìncipi, ... recuperò il ducato (Guicciardini); talvolta ebbe anche funzione prepositiva con sign. affine a durante: pendente il tempo del privilegio. 2. s. m., ant. Pendio, pendenza: nel p. della strada. 3. s. m. a. In oreficeria, ciondolo o tipo di orecchino a forma allungata, per lo più di goccia. È in uso anche come traduz. del fr. pendentif (v.), nel sign. 2. b. Ciascuna delle due appendici cutanee che pendono dai lati del collo delle capre, detta anche barbazzale, ciondolo, tettola. c. Rete verticale semplice usata per la pesca dell’agone, soprattutto nei laghi lombardi, lunga da 20 a 400 m, alta fino a 6 m e con maglie di un minimo di 20 mm, che viene posta in acqua anche con un’estremità fissata alla riva. 4. In araldica, nome delle pezze del lambello, e attributo delle code del gonfalone e dello scudo legato e inclinato.

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