Péntola

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pentola


péntola s. f. [der. di un lat. pop. *pinta, part. pass. femm. di pĭngĕre, per il class. picta; propr. «(vaso) dipinto, verniciato»]. – 1. Recipiente da cucina, di forma cilindrica e con due manici, in genere di altezza maggiore del diametro, di materiale metallico (acciaio inossidabile, alluminio, ferro smaltato, rame), anticam. di terracotta, usato per lessare carni e verdure varie, per cuocere minestre e sim.: mettere la p. sul fuoco; mettere la pasta a bollire nella p. (ma più com. mettere giù la pasta, o buttare la pasta); cappone, patate in pentola, bolliti, lessati. P. a pressione, tipo di pentola che consente una più rapida cottura dei cibi (in quanto questi vengono cotti a temperatura maggiore di quella normale di ebollizione dell’acqua): è costituita da un recipiente cilindrico, generalmente di acciaio inossidabile, al quale è applicato un coperchio a tenuta di vapore, dotato di due valvole (una di lavoro e una di sicurezza) che mantengono entro limiti stabiliti la pressione del vapore nel recipiente. Proverbî: il diavolo insegna a fare le p. ma non i coperchi, le cattive azioni presto o tardi si vengono a scoprire; ogni p. ha il suo coperchio, ognuno trova modo di sistemarsi prima o poi; dura più una p. vecchia (o fessa) che una nuova, accade spesso che una persona malata viva più a lungo di una sana; locuzioni prov.: qualcosa bolle in p., si va preparando qualcosa (per lo più segretamente); voglio vedere che cosa bolle in p.; pop., avere la p. al fuoco, avere di che vivere: anche se non lavora, la p. al fuoco ce l’ha. 2. Per metonimia, ciò che è contenuto dentro la pentola: la p. bolle, fuma, trabocca; schiumare la p., togliere la schiuma che viene a galla nel brodo durante la cottura; e con riferimento alla quantità di cibo che si cuoce in una pentola: s’è mangiato una p. di fagioli. 3. estens. Recipiente di forma simile ma destinato ad altri usi. In partic.: a. ant. P. di fuoco, o assol. pentola, pignatta piena di materie incendiarie, ricoperta di cartapecora o pelle di montone e munita di miccia, che s’adoperava in battaglia come arma di offesa. b. P. di Papin (dal nome del suo inventore, il medico fr. D. Papin, che ne dette la descrizione nel 1680), robusto recipiente metallico, ermeticamente chiuso, munito di valvole di sicurezza, nel quale si può ottenere l’ebollizione dell’acqua a temperatura superiore a 100 °C. ◆ Dim. pentolétta (raro), pentolina, e più com. pentolino m. (v.); spreg. pentolùccia; accr. pentolóna, e più com. pentolóne m. (anticam. anche in senso fig., uomo grosso e sciocco); pegg. pentolàccia (v.).

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