Pianéta³

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pianeta3


pianéta3 (ant. pianéto) s. m. [lat. planēta, dal gr. πλανήτης «errante, vagante», der. di πλανάω «andare errando»] (pl. -i). – 1. a. Nome con cui gli antichi indicarono gli oggetti celesti da essi conosciuti (Sole, Luna, Mercurio, Marte, Giove, Saturno) che non occupassero una posizione fissa sulla sfera celeste: Lo bel pianeto, che d’amar conforta [Venere] Faceva tutto rider l’orïente (Dante). Attualmente designa un corpo celeste, non splendente di luce propria, che è illuminato dal Sole (o eventualmente da un'altra stella) e che orbita intorno ad esso, descrivendo una curva chiusa, a forma di ellisse, compresa nella fascia zodiacale: p. principali (in ordine di distanza dal Sole): Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, e Plutone, recentemente declassato a p. nano; piccoli p. o p. nani, i pianetini o asteroidi, il cui numero si ritiene essere dell’ordine di qualche decina di migliaia (v. pianetino); p. interni (o inferiori) e p. esterni (o superiori), quelli che hanno, rispettivam., l’orbita interna o esterna alla zona dei pianetini (o, secondo altri, all’orbita della Terra); p. tellurici, quelli più vicini al Sole (Mercurio, Venere, Terra, Marte), di non grandi dimensioni ma molto evoluti (hanno, per es., un’alta densità e una crosta solida); p. giganti (Giove, Saturno, Urano e Nettuno), più lontani dal Sole e meno densi dei precedenti, ma di grande massa e volume, la cui atmosfera, a base di idrogeno e di elio, deriverebbe dalla composizione della nebulosa da cui si pensa abbiano avuto origine tutti i pianeti; p. extrasolari, quelli che orbitano intorno a una stella diversa dal Sole, la cui osservazione diretta, a causa delle notevoli distanze delle stelle, non è possibile con i telescopî posti sulla Terra, ma la cui esistenza è ipotizzabile a partire dalla perturbazione del moto osservata in alcune stelle a noi più vicine. Per estens., p. artificiale, locuzione con cui si indica talora un satellite artificiale terrestre, che, sottrattosi al campo gravitazionale della Terra, prenda a descrivere un’orbita nello spazio interplanetario. P. medicei, nome dato, in onore della famiglia dei Medici, ai quattro principali satelliti di Giove, scoperti da Galileo nel 1610. Frequente, nell’uso com., l’espressione il pianeta Terra, in frasi scherzose o di rassegnazione, di amarezza, di recriminazione. In astrologia, con riferimento alle credenze per cui i pianeti determinerebbero con il loro movimento e la loro posizione rispetto ai segni zodiacali ogni evento del mondo sublunare, sono chiamati p. afetico (o afeta) quello che occupava al momento della nascita di una persona il luogo afetico (v. afetico), e p. reggente quello che domina i giorni della settimana (la Luna per il lunedì, Marte per il martedì, ecc.). b. letter. In similitudini, con riferimento al movimento orbitante dei pianeti intorno al Sole, detto di persona, gruppo, categoria sociale o stato che si trovi in posizione subordinata rispetto ad altri (cfr. l’uso analogo, e più ampio, di satellite): essendo allora le corti italiane come altrettanti p. del grand’astro di Spagna (Carducci). 2. Nel linguaggio poet., stella, astro in genere: Buio d’inferno e di notte privata D’ogne pianeto, sotto pover cielo (Dante); spesso riferito al sole: Quando ’l pianeta che distingue l’ore Ad albergar col Tauro si ritorna (Petrarca); Surgea del Gange el bel solar pianeta (Poliziano). Anche in un sign. traslato di stella, cioè persona additata come esempio di virtù: Ma tu, che vibri sì felici raggi, Mio bel pianeta (Bembo). 3. fig. a. Con riferimento alle dottrine astrologiche intorno all’influsso dei pianeti (per cui si parla spesso di p. benigno, favorevole, o avverso, maligno, e sono frequenti le espressioni nascere o essere nato sotto un buon p., un cattivo p., e sim.), sorte, destino: è il mio pianeta che tutti m’abbiano a dare addosso (Manzoni). Anche, oroscopo (è frequente in questo senso il femm., nell’espressione la p. della fortuna, per indicare gli oroscopi stampati su foglietti venduti, spec. nel passato, da girovaghi o zingari). b. Di uso più recente, con determinate specificazioni, complesso di persone, di attività, di interessi, con sign. affine a mondo (v. mondo2, n. 3 c): il p. del cinema, il p. della canzone, e sim.; o anche, in singole espressioni affermatesi occasionalmente nel linguaggio giornalistico, quanto è relativo (e in certo modo ruota intorno) a un personaggio, un’astrazione, un’attività, un costume, e sim., considerati come mondi a sé: il p. donna, il p. Totò, il p. agricoltura, il p. sport, ecc.; una serie di trasmissioni televisive dedicate al p. droga. ◆ Dim. pianetino (v.). TAV.