Pìngue

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pingue


pìngue (ant. pìnguo) agg. [dal lat. pinguis]. – 1. Di persona, o di parte del corpo, che ha abbondanza o eccesso di tessuto adiposo, e quindi grasso, o molto grasso: un uomo, una donna p.; un corpo p. e pesante; un ventre p., membra pingui; sta diventando p. come un maiale. Riferito ad animale, soprattutto in quanto sia destinato alla mensa o al sacrificio (com’è frequente nell’uso letter.), florido, ben pasciuto, senza connotazione spreg.: un p. vitello, i p. agnelli, il p. gregge; il re de’ prodi Agamennóne un pingue Toro quinquenne al più possente nume Sacrifica (V. Monti); analogam., non com., un cibo p., p. vivande, un p. pasto, ricchi di sostanze grasse. 2. estens., letter. a. Fertile, ricco di vegetazione: terreni p., anche perché costituiti di terra grassa, ben concimata, ricca di sostanze nutritive; i p. campi, i p. pascoli. b. Denso, untuoso, impregnato di odori grassi: Sulla soglia, tra il nembo degli odori Pingui, un mendico brontola (Pascoli). c. Resinoso: la gran pira estrutta Di pingui tede (Caro), formata con rami resinosi che diventano fiaccole ardenti. d. Melmoso: quei de la palude pingue (Dante), gli iracondi e gli accidiosi immersi o sommersi nella fangosa palude dello Stige. 3. fig. Lauto, ricco, abbondante: le p. messi; p. doni; fare p. guadagni; riscuotere p. rendite.

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