Pïòlo

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piolo


pïòlo (letter. piuòlo, ant. piviòlo, pivuòlo) s. m. [prob. dal gr. ἐπίουρος (passato anche al lat. epiurus) «cavicchio»]. – 1. a. Pezzo di legno cilindrico e appuntito che si conficca in terra, nel muro o in una qualsiasi struttura per scopi varî (se è piantato in terra per delimitare una recinzione, per fermare la base di una tenda, e sim., si chiama più frequentemente paletto o picchetto): p. dell’attaccapanni, il legno sporgente a cui si appendono le vesti o i cappelli; scala a pioli, scala di legno, portatile, i cui scalini di legno sono appunto dei pioli conficcati in due staggi paralleli o convergenti (possono essere conficcati anche nei nodi di due funi parallele, formando una scala di corda). Locuzioni: piantare a piolo, piantare semi, virgulti, pianticelle, facendo buchi in terra con un bastoncello aguzzo; stare piantato come un p., mantenersi immobile come un palo conficcato al suolo: Qui, se non fuggo, abbraccio un caporale, ... Duro e piantato lì come un piolo (Giusti). b. ant. Con allusione scherz., il membro virile: levata la camiscia e preso il pivuolo col quale egli piantava gli uomini e prestamente nel solco per ciò fatto messolo, disse ... (Boccaccio). 2. tosc. Colonnetta di pietra, marmo, ghisa, ecc., che si mette davanti ai portoni dei palazzi, o alle cantonate, o intorno a un monumento, per protezione (sinon. del più com. paracarro). ◆ Dim. piolétto; accr. piolóne.

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