Prestìgio

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prestigio


prestìgio s. m. [dal lat. praestigia, per lo più al plur., praestigiae «giochi di prestigio» (der. di praestringĕre «rendere attonito», spec. nella locuz. praestringere oculos; comp. di prae- «pre-» e stringĕre «stringere»), nel lat. tardo anche praestigium]. – 1. L’illusione prodotta dal prestigiatore, soprattutto nell’espressione gioco di prestigio, gioco di abilità, con il quale attraverso trucchi ingegnosi (per lo più manuali) si dà l’illusione di compiere cose straordinarie e normalmente impossibili. 2. fig. a. letter. Illusione, suggestione, incantesimo: la gran cosa fu di ... rompere una volta quell’amaro p. che ci dava a credere d’avere a mangiare l’Austria anche nel pane (Giusti). b. Più com. (anche per influsso del fr. prestige), autorevolezza, ascendente che, in virtù di particolari meriti e doti, si esercita o si può esercitare su altri; credito, alta reputazione: avere, non avere p.; una persona, uno scienziato di grande p.; difendere il p. del proprio nome; perdere in p.; godere di un certo p.; ne va del nostro p.; è una questione di p.; il p. di una nazione, nei rapporti internazionali; politica di p., che mira soprattutto alla conservazione del prestigio internazionale (ma anche con riferimento alle attività di una società, di un’impresa, ecc.).

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