Prète

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prete


prète s. m. [lat. tardo presby̆ter (nel lat. parlato anche preby̆ter), che è dal gr. πρεσβύτερος, propr. «più anziano»: cfr. presbitero]. – 1. Il ministro del culto cattolico: farsi p.; aveva quindi, assai di buon grado, ubbidito ai parenti che lo vollero p. (Manzoni); abito, cappello, berretta, sottana, collare da prete. È voce di largo uso (equivalente pop. di sacerdote) con la quale si indica un membro del clero secolare, che non ha fatto i voti religiosi e non vive in una comunità retta da una regola: sbaglia il p. all’altare, prov. che si ripete per significare che tutti possono sbagliare; boccone da p. (o del p.), boccone prelibato, e in partic. il posteriore del pollo (cotto); prete Pero, figura immaginaria di sacerdote e maestro di grande ignoranza (protagonista anche di un’ode satirica di G. Giusti, Il papato di prete Pero): può darsi che di latino io ne sappia un po’ più di prete Pero ... (Carducci); spesso con riferimento al sacerdote che assiste i moribondi: è molto grave, bisognerà chiamare il p.; ha chiesto il p.; non ha voluto il prete. Per antonomasia ma in tono di condanna, il gran prete, in Dante, il papa, con diretta allusione a Bonifacio VIII: Se non fosse il gran prete, a cui mal prenda!, Che mi rimise ne le prime colpe (Inf. XVII, 70-71). Prete rosso, soprannome con cui era chiamato il musicista Antonio Vivaldi (1678-1741), ordinato sacerdote nel 1703, per il colore dei suoi capelli. Talvolta in tono spreg.: uno scherzo da prete, di pessimo gusto; un modo di fare da prete, ipocrita; per lo più in tono spreg. anche al plur., i preti, il clero cattolico nel suo complesso: è uno che non può vedere i p.; e con riferimento alla politica: un governo di preti, clericale. Con uso partic., cardinale prete o cardinale dell’ordine dei preti, porporato appartenente a uno dei tre ordini di cui è costituito il Sacro collegio (v. anche cardinale2). Nella denominazione di alcune congregazioni religiose: Preti della misericordia, congregazione di sacerdoti missionarî, istituita (1808) a Lione per la restaurazione cattolica mediante il ministero parrocchiale, le missioni popolari, l’istruzione dei giovani operai, e approvata definitivamente dalla S. Sede nel 1834 come congregazione di voti semplici, con promessa di stabilità; Preti di San Basilio, congregazione religiosa costituitasi nel 1822 (approvata dalla S. Sede nel 1867), per l’istruzione e l’educazione della gioventù, il ministero parrocchiale e le missioni, ecc. P. operaio, denominazione (fr. prêtre-ouvrier) data a quei sacerdoti cattolici che nella Francia del secondo dopoguerra (1945-1953) si dedicarono all’apostolato cattolico nelle fabbriche e nelle officine, condividendo con gli operai tutti gli aspetti della loro vita e del loro lavoro (un’esperienza ripresa anche in altri paesi europei, tra cui l’Italia, ma che non ha mai avuto un riconoscimento ufficiale da parte dell’autorità ecclesiastica). 2. Ministro di altri culti e di altre religioni: i p. ortodossi, un p. protestante, buddista. Per analogia, il termine è usato in etnologia con riferimento a personaggi che, in comunità primitive, siano investiti di autorità rituale o svolgano comunque una qualsiasi funzione religiosa socialmente riconosciuta. 3. pop. Intelaiatura di legno mediante la quale si teneva sospeso tra le lenzuola lo scaldino per riscaldare il letto (uso ormai scomparso). 4. In botanica, berretta da prete, pianta della famiglia celastracee (v. berretta). 5. In zoologia, pesce prete, uno dei nomi comuni dei pesci del genere uranoscopo, e in partic. della specie Uranoscopus scaber. ◆ Dim. pretino (v. pretino2); spreg. pretùcolo, pretónzolo, e ant. pretignuòlo (v.); accr. pretóne, pretacchióne; pegg. pretàccio.

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