Proverbi. Finestra di approfondimento

Sinonimi e Contrari (2003)

Fabio Rossi

proverbi. Finestra di approfondimento

Definizione - I proverbi sono sentenze stereotipate (raramente coniate da autori noti, più spesso prive di una fonte precisa) che racchiudono un principio didattico-morale, un avvertimento, o semplicemente una norma consuetudinaria. Anche se rientrano nell’insieme delle espressioni (v. scheda ESPRESSIONI), i proverbi, a di‡erenza di quelle, non sono sempre immediatamente comprensibili se non se ne conosce il significato e il valore preciso, anche perché sono quasi sempre da intendersi in senso metaforico e perché rimandano spesso a usi e costumi (per lo più rurali) non più in vigore (non mancano gli arcaismi anche formali: a donzella fatta non manca maritaggio; chi ben principia è alla metà dell’opera; non è tutto oro quel che luce).

Sintassi - La principale caratteristica strutturale dei proverbi è la brevità. Sono per lo più costituiti da due sintagmi o due proposizioni generalmente contrapposte l’una all’altra o esprimenti l’una la conseguenza dell’altra (chi disprezza compra; chi la fa l’aspetti). Il proverbio può presentarsi in forma non verbale, mediante la semplice giustapposizione di due o più sintagmi nominali o di un sintagma preposizionale e uno nominale (taluni sono in latino o in pseudo-latino): a buon intenditor poche parole; bandiera vecchia onor di capitano; beati monoculi in terra caecorum; excusatio non petita accusatio manifesta. Nel caso di verbo espresso, si tratterà quasi sempre delle forme meno marcate temporalmente: presente e infinito. Frequente è il ricorso a figure retoriche: antifrasi (sposa bagnata sposa fortunata), iperbole (un padre campa cento figli e cento figli non campano un padre), rima e allitterazione (chi va piano va sano e va lontano; cuor contento non sente stento), chiasmo (a mali estremi estremi rimedi; mal comune mezzo gaudio), paronomasia (chi dice donna dice danno; donna danno sposa spesa moglie maglio; madre vuol dire martire), ecc., che rendono facile la memorizzazione dei proverbi e, nel contempo, ne segnano il distacco dalla lingua comune.

Area semantica - Trattandosi per lo più d’espressioni popolari, il significato letterale dei proverbi si riferisce spesso al mondo agricolo, meteorologico o artigianale. Vi sono inoltre proverbi che si riferiscono ai rapporti familiari, alle discriminazioni sessuali, agli usi bellici e ad altro.

Agricoltura, allevamento, animali domestici e sim. - A caval donato non si guarda in bocca; acqua passata non macina più; al contadin non far sapere quanto è buono il cacio con le pere; botte buona fa buon vino; buon vino fa buon sangue; campa cavallo che l’erba cresce; can che abbaia non morde; chi dorme non piglia pesci; chi ha farina non ha sacca; chi mal semina mal raccoglie; chi non semina non raccoglie; chi prima arriva macina; chi semina vento raccoglie tempesta; chi va al mulino s’infarina; contadini e montanini scarpe grosse e cervelli fini; dal frutto si conosce l’albero; da una rapa non si cava sangue; gallina che canta ha fatto l’uovo; gallina vecchia fa buon brodo; il mulino non macina senz’acqua; la farina del diavolo va in crusca; la gatta frettolosa (o presciolosa) fece i gattini ciechi; la mala erba non muore mai; le chiacchiere non fanno farina; meglio un uovo oggi che una gallina domani; mogli e buoi dei paesi tuoi; ogni farina ha crusca; ognuno tira l’acqua al suo mulino; tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino; una volta corre il cane e un’altra la lepre.

Meteorologia e astronomia - Agosto moglie mia non ti conosco; anno nevoso anno fruttuoso; aprile dolce dormire; buon tempo e mal tempo non dura tutto il tempo; cielo a pecorelle acqua (o pioggia) a catinelle; cielo rosso la mattina la pioggia è vicina; febbraio corto e amaro; gobba a ponente luna crescente gobba a levante luna calante; il buondì (o il buon giorno) si vede (o conosce) dal mattino; marzo matto; ottobre è bello ma tieni pronto l’ombrello; quando piove o c’è il sole il diavolo fa all’amore; rosso di sera buon (o bel) tempo si spera; settembre l’uva è fatta e il fico pende; una rondine non fa primavera.

Artigianato - Batti il ferro finché è caldo; buona incudine non teme martello; chiodo scaccia chiodo; chi taglia taglia e chi cuce ragguaglia; ciabattino parla sol del suo mestiere; dal fabbro non toccare dal farmacista non assaggiare; dura più l’incudine che il martello; il calzolaio ha le scarpe rotte; il sarto va con i calzoni strappati.

Rapporti familiari - Buon sangue non mente; chi vuol vivere e star sano dalle donne (o dai parenti) stia lontano; dire a nuora perché suocera intenda; di mamma ce n’è una sola; è meglio un morto in casa che un parente sull’uscio; figlioli piccoli fastidi piccoli figlioli grandi fastidi grandi; fratelli flagelli; il sangue non è acqua; madre vuol dir martire; molti parenti molti tormenti; parenti serpenti; suocera e nuora tempesta e gragnuola; tale il padre tale il figlio; tra moglie e marito non mettere il dito; un padre campa cento figli e cento figli non campano un padre.

Discriminazioni Sessuali - Chi dice donna dice danno; donna al volante pericolo costante; donna danno sposa spesa moglie maglio; donne e motori gioie e dolori; dove son donne e gatti son più parole che fatti; il cuore della donna è fatto a spicchi; le donne buone non hanno né occhi né orecchi; la curiosità è femmina; le parole sono femmine e i fatti sono maschi; tre donne fanno un mercato e quattro fanno una fiera.

Guerra e usi militari - Ambasciator non porta pena; a nemico che fugge ponti d’oro; bandiera vecchia onor di capitano; chi di spada (o di coltello) ferisce di spada (o di coltello) perisce; con molti alla guerra con pochi a consiglio; dove parlano i cannoni taccion le leggi; guerra peste e carestia vanno sempre in compagnia; in tempo di guerra chi a‡erra a‡erra; in tempo di guerra ogni spiedo è spada; la miglior difesa è l’attacco.

Altro - A brigante brigante e mezzo; a buon intenditor poche parole; al cuore non si comanda; a mali estremi estremi rimedi; Bacco tabacco e Venere riducon l’uomo in cenere; carta canta e villan dorme; chi cento ne fa una ne aspetta; chi cerca trova; chi disprezza compra; chi è causa del suo mal pianga sé stesso; chi fa da sé fa per tre; chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato; chi la fa l’aspetti; chi non ha buona testa ha buone gambe; chi rompe paga (e si aggiunge talvolta «e i cocci sono suoi»); chi si contenta gode; chi tace acconsente (cui si aggiunge e si contrappone a «chi non parla non dice niente»); chi trova un amico trova un tesoro; chi va piano va sano e va lontano; cosa fatta capo ha; cuor contento il ciel l’aiuta; Dio manda il freddo secondo i panni; l’abito non fa il monaco; la lingua batte dove il dente duole; mal comune mezzo gaudio; tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.