Rèmo

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remo


rèmo s. m. [lat. rēmus, affine al gr. ἐρέσσω «remare»]. – Asta di legno (o anche di metallo o plastica), opportunamente sagomata, che, facendo leva sull’acqua, serve a fare avanzare un natante per mezzo della forza muscolare dell’uomo: barca a remi; navi a due, tre ordini di remi (v. bireme; trireme); pala, ginocchio, tallone, girone, impugnatura del r.; r. alla battana, da bratto, da gondola, a pagaia, a scaloccio, ecc. (v. oltre); De’ r. facemmo ali al folle volo (Dante); il tonfo misurato di que’ due r., che tagliavano la superficie azzurra del lago, uscivano a un colpo grondanti, e si rituffavano (Manzoni); in senso fig., per indicare l’esercizio del remare: ogni mattina un’ora di remo; nell’uso ant., condannare al r., a servire sulle galere come rematore. Tra i tipi di più largo uso: r. doppio o alla battana, a due pale, manovrato a due mani, immergendolo alternativamente a destra e a sinistra, usato per imbarcazioni piccole e leggere (sandolini, battelli pneumatici, ecc.); r. da bratto, singolo, manovrato da poppa con movimento quasi elicoidale, usato per piccoli galleggianti a fondo piatto; r. da gondola, isolato, manovrato in piedi, sul lato, per imbarcazioni lagunari; r. a pagaia, remo corto per canoe, manovrato a due mani senza appoggio, da un solo lato; r. a palella o di coppia (v. palella, n. 2); r. a scaloccio, manovrato, sulle galere, da più rematori disposti a scala; r. sensile o di punta, molto lungo (generalm. l’impugnatura occupa tutta la larghezza dell’imbarcazione), che richiede nel canottaggio un solo vogatore per banco, mentre nelle barche da pesca è usato da vogatori che, volti verso prora, stanno di solito in piedi. Locuzioni dell’uso marin.: armare i r., disporli per la voga, ossia normali all’asse dell’imbarcazione, orizzontali e con le pale di piatto e fuori acqua (comando: arma remi!); disarmare i r., toglierli dalle scalmiere e disporli nell’interno dell’imbarcazione per chiglia, con le pale verso prua (comando: disarma!); alzare i r., disporli verticali, con l’estremità del girone poggiata sul fondo dell’imbarcazione e con le pale per chiglia (comando: alza remi!), anche in segno di saluto; remi a mare, dalla posizione di «alza remi» far cadere i remi a mare in modo che le pale battano di piatto sull’acqua senza che il ginocchio tocchi la falchetta, tenendo il girone con una mano (comando: a mare!); filare i r., farli saltare dalle scalmiere e lasciare che si dispongano lungo il bordo dell’imbarcazione, tenendo il girone con una mano (comando: fila remi!); rientrare i r., farli scorrere orizzontalmente nelle scalmiere verso l’interno dell’imbarcazione fino a che, restando le pale fuori bordo, l’estremità del girone non tocchi il bordo opposto (comando: rientra remi!); spalare i r., girare il remo su sé stesso in modo che la pala, nel momento in cui esce dall’acqua, si disponga orizzontale: fa parte dei normali movimenti di una voga corretta. Com. l’espressione fig. tirare i r. in barca, ritirarsi definitivamente da un’attività o da un’impresa impegnativa, smettere di lavorare: è ora di tirare i r. in barca (a questo punto, o alla mia età, e sim.). ◆ Dim. remétto, remettino.

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