Riservato

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riservato


agg. [part. pass. di riservare]. – 1. a. Di cosa, azione, o facoltà che viene serbata o riservata esclusivamente a determinate persone: posti r., che possono essere occupati soltanto da una certa persona o da una certa categoria di persone: posto r. agli invalidi, ai mutilati, alle autorità, ecc.; palco, tavolo r.; altare r. (v. altare); sala, vettura, zona di spiaggia r.; caccia r., avvertimento indicante che la caccia in una determinata zona può essere fatta solo dal proprietario o da persone da lui autorizzate (v. riserva, n. 1 b); proprietà letteraria r., dicitura apposta nella pagina interna del frontespizio di un’opera a stampa con cui si avverte che l’opera è tutelata dalla legge sul diritto d’autore. In diritto privato, r. dominio, v. dominio; in diritto canonico, censura r. e non r., v. riserva, n. 1 a. b. Con riferimento a cose che debbono rimanere segrete o note soltanto a pochi, o a determinate categorie di persone: lettera r., che può essere aperta e letta dal solo destinatario (e non da segretarî, impiegati, persone di famiglia), ovvero che contiene comunicazioni che debbono rimanere segrete; stampa (o edizione) r., pubblicazione non destinata alla vendita, ma all’uso interno di uffici, enti, comunità; notizia r., riservatissima, spec. di carattere politico o militare, che deve rimanere ignorata dal pubblico (informazioni r., avute in via assolutamente r.); film, spettacolo r. agli adulti. c. In medicina, prognosi r., formula con la quale il medico esprime la propria riserva sull’ulteriore decorso o sull’esito del quadro morboso in esame (e che in ambienti non specialistici viene intesa come ammissione della gravità delle condizioni del malato o del ferito). 2. Di persona, che riserva per sé i proprî sentimenti o le proprie idee; quindi cauto, controllato, discreto nell’esprimersi e anche nel comportarsi: uomo r.; essere r. nel parlare, nel confidarsi; è sempre r. con gli estranei; è r. con tutti; per estens., carattere, contegno, comportamento r., da persona riservata. Più raram., tenersi, stare riservato, procedere, comportarsi da persona riservata. 3. Nel linguaggio delle tecniche artistiche si dice riservata o risparmiata la parte di superficie che per effetti estetici non viene trattata come il restante: per es., la superficie lasciata in bianco in un acquerello o in un disegno, la parte non decorata in un’opera di oreficeria, la parte della placchetta non incavata in uno smalto ad alveoli riportati (spec. nel tipo di smalto medievale detto appunto risparmiato); in un metallo, in una stoffa, in una ceramica, la parte che una protezione sottrae all’azione di un acido, di una tinta, di un mordente o di un altro colorante. Nella tecnica dell’incisione, incisione a taglio r. o risparmiato, lo stesso che incisione in rilievo, in cui le parti bianche sono incise e quelle nere risparmiate, cioè lasciate in rilievo.