Ròco

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roco


ròco agg. [lat. raucus: v. rauco] (pl. m. -chi). – Lo stesso che rauco, e più pop. in alcune regioni, in altre sentito come letter.: sono r. per il raffreddore, per il gran parlare; ho la voce roca. Nell’uso poet. e letter. ha, rispetto a rauco, ampiezza anche maggiore di sign.: Mutar lor canto in un «oh!» lungo e roco (Dante); Di roco augel diventi un bianco cigno (Poliziano); Un richiamo s’alzò, querulo e roco (Gozzano). Per estens., di altri suoni o rumori privi di limpidezza: il r. fischio della sirena; O roco mormorar di lucide onde (Petrarca); in usi fig., poet.: Fuggito è ’l sonno a le mie crude notti E ’l suono usato a le mie roche rime (Petrarca), il suono delle mie rime diventate rauche, che hanno perduto la loro limpidezza. ◆ Avv. rocaménte, con voce roca, con suono roco.