Saltare

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saltare


v. intr. e tr. [lat. saltare, intens. di salire «saltare» (supino saltum)]. – 1. intr. a. (aus. avere) Con riferimento a persona, staccarsi di slancio da terra, rimanendo per un attimo sospeso in aria, con tutti e due i piedi sollevati, e ricadendo poi sullo stesso punto o a una certa distanza: smise di urlare e s. e si raggomitolò sul letto (Clara Sereni); s. a piè pari, a piedi giunti, staccando contemporaneamente dal suolo i piedi uniti (in senso fig., e con uso trans., sempre nella forma s. a piè pari: v. pari1, n. 2 a); s. sul (o con il) piede destro, sul (o con il) piede sinistro, a seconda che si prenda lo slancio con l’uno o l’altro; s. su un piede solo, fare una serie di brevi salti sullo stesso piede, tenendo l’altro sollevato; s. con la corda, per esercizio fisico o per divertimento (v. corda, n. 2 a); s. dalla gioia, dall’allegria, dalla felicità, fare salti o compiere altri movimenti vivaci per manifestare o sfogare la propria gioia (e, in senso fig., essere molto contento). In partic., eseguire un salto o una serie di salti, come esercizio ginnico o come pratica sportiva: si mantiene in forma saltando ogni mattina per mezz’ora; un atleta che salta con stile impeccabile; anche con uso trans., con compl. oggetto indicante la misura dell’altezza a cui uno è arrivato (o è capace d’arrivare) nel salto in alto, o della distanza alla quale è ricaduto (o riesce a ricadere) nel salto in lungo: ha saltato un metro; riesce a s. due metri e dieci; nel Campionato del Mondo del 1991 lo statunitense Mike Powell ha stabilito un nuovo record (del salto in lungo) saltando metri 8,95. Con riferimento a bambini o ragazzi, fare salti, saltelli, ma anche genericam. correre, muoversi velocemente e vivacemente: sono andati a s. in giardino, sul prato; tuo figlio ha saltato tutto il pomeriggio, e non è ancora stanco; smetti di s., fai tremare il pavimento; I fanciulli gridando Su la piazzuola in frotta, E qua e là saltando, Fanno un lieto romore (Leopardi). b. (aus. essere) Con determinazioni varie, staccarsi da terra e lanciarsi in alto, in basso, in avanti, per raggiungere un punto diverso da quello di partenza, come atto singolo: s. (o s. giù) dalla sedia, dal tavolo; salta giù da quel muretto!; s. nell’acqua; s. dal trampolino; mi sono svegliato tardi e sono saltato giù dal letto; s. oltre il fosso, di là dalla siepe; s. in barca (dalla riva); s. sulla riva, sulla banchina (dalla barca); è saltato a terra prima che il treno si fermasse; sono saltato sull’autobus in corsa; s. a cavallo, s. in sella (montarvi d’un balzo); s. addosso a qualcuno, aggredirlo fisicamente o verbalmente (con uso fig., nella frase proverbiale pop. voglia di lavorar, saltami addosso, pronunciata, anche con arricchimenti diversi, come invocazione da chi si sente svogliato, o come rimprovero indiretto a chi si mostra sfaticato); s. al collo di qualcuno, sia con intenzioni ostili, per aggredirlo, sia come manifestazione d’affetto, per abbracciarlo. Con più sign., proprî e fig., la locuz. far s. qualcuno, tenere tesa la corda o altro perché salti; gettare con impeto da un luogo, scaraventare: lo hanno preso di forza e lo hanno fatto s. dalla finestra; obbligare all’azione, all’attività, a un lavoro assiduo e senza tregua, o a fare determinate cose con rapidità, con efficienza: con il nuovo direttore ha trovato chi lo fa saltare. c. Con riferimento ad animali, con sign. analoghi ai precedenti (e analogo uso dell’ausiliare: essere per salti singoli e con compl. o avverbî di luogo, avere per movimenti continuati o per il salto sportivo): c’era uno scoiattolo che saltava sul prato; il gatto è saltato sul tavolo con un balzo improvviso; la trota è saltata dall’acqua; il cavallo ha saltato bene, male (in una corsa a ostacoli). Anche in similitudini, per lo più in usi assol.: s. come un capriolo, come un camoscio, come un canguro, come un grillo, come una cavalletta. 2. intr. (aus. essere) Con riferimento a cose, sollevarsi, staccarsi rapidamente e di colpo da una superficie: sbattendo la porta, ha fatto s. un pezzo dell’intonaco; mi è saltata una scheggia sul viso; spesso con riferimento a oggetti elastici: la palla di rimbalzo è saltata sul tetto. Con riferimento a oggetti che sono fissati in un posto, schizzare via, per lo più proiettandosi in alto o lontano: il tappo della bottiglia è saltato all’improvviso con un gran botto; sono saltati (o sono saltati via) alcuni bulloni, alcune viti; nello sforzo, mi è saltato un bottone dalla camicia; è saltata la molla, quando si stacca o si rompe balzando via dal suo alloggio (ma anche per indicare semplice rottura: è saltata la molla dell’orologio). In partic., s. in aria (o per aria), esplodere: la centrale è saltata in aria per un attentato; l’intero palazzo è saltato in aria per una fuga di gas; la nave, colpita da un siluro, saltò in aria; in usi assol., spec. in unione col verbo fare con valore causativo: è saltata la polveriera; far s. una galleria (con le mine); prima di ritirarsi i nemici hanno fatto s. il ponte; i terroristi hanno tentato di far s. il treno. Analogam., far s. la serratura, con un colpo d’arma da fuoco; farsi s. le cervella, ammazzarsi sparandosi un colpo alla testa (per lo più alla tempia). Anche, per traslato più o meno diretto dagli usi prec., interrompersi nel funzionamento o cessare di funzionare, per lo più all’improvviso e in modo violento: è saltata la valvola (elettrica), quando il filo si fonde interrompendo il circuito; far s. il banco (e il banco è saltato), in una bisca o dove si giochi d’azzardo, sbancarlo, vincere l’intera somma di cui il banco dispone; far s. i nervi a qualcuno, fargli perdere il controllo di sé in uno scatto d’ira: mi ha fatto s. i nervi (e con altra costruzione: mi sono saltati i nervi). Con uso fig., rimuovere da un incarico, destituire, far perdere a una persona il posto che occupava: alla prima occasione faranno saltare il presidente (anche assol., senza il verbo fare: in seguito all’inchiesta il sottosegretario è saltato); far saltare il governo, provocare una crisi governativa (e con uso assol.: il governo sta per saltare); con altro sign., impedire che qualche cosa abbia luogo: lo sciopero dei treni ha fatto s. la riunione del consiglio d’amministrazione (e assol.: la riunione è saltata in seguito allo sciopero dei treni). 3. intr. (aus. essere) In locuz. particolari: a. Saltar fuori, sbucare, apparire all’improvviso: è saltato fuori quando meno me l’aspettavo; i rapitori sono saltati fuori da un cespuglio e l’hanno assalito; da dove salti fuori tu?, a chi compare davanti inaspettatamente; per estens., farsi avanti: sono saltati fuori dei lontani parenti che pretendono una parte dell’eredità; fig., entrare improvvisamente in un discorso, dire, esprimere, proporre a un tratto qualcosa di inatteso: saltar fuori con una nuova proposta; durante la riunione è saltato fuori con le sue solite sciocchezze; saltar su a dire (o a fare), dire (o fare) qualcosa improvvisamente e a sproposito: come al solito è saltato su a dire che mi sbagliavo; analogam., riferito a cose, saltare fuori, riapparire, sbucare, mostrarsi inaspettatamente: non trovo più la penna, ma prima o poi salterà fuori; se non saltano fuori i miei occhiali, non posso lavorare; spesso in unione col verbo fare: fai s. fuori quello che hai preso, prima che perda la pazienza!; quella somma mi serve, e bisognerà farla saltar fuori da qualche parte. b. S. agli occhi, in senso proprio, avventarsi contro una persona, per graffiarle gli occhi, la faccia; com. con uso fig., di cosa che si manifesta con immediata evidenza: la sproporzione salta subito agli occhi; la sua malafede salta agli occhi (anche al sing., salta all’occhio) di chiunque. c. S. la mosca al naso (accompagnato da compl. di termine), perdere la pazienza, impermalirsi: se gli salta la mosca al naso sono guai; gli è saltata la mosca al naso e se ne è andato sbattendo la porta. d. S. in bestia, lo stesso, ma meno com., che andare, montare in bestia, cioè andare in collera. e. S. in mente (o per la mente), s. in testa (o per la testa), comparire, manifestarsi improvvisamente, con riferimento a pensieri, desiderî e sim., improvvisi e strani: ma che idee ti saltano in mente?; che ti salta in mente ora?; anche assol.: che ti salta?, che strane idee ti vengono?; gli è saltata la voglia (o gli è saltato il capriccio, l’estro, e più efficacemente gli è saltato il ticchio, il grillo) di comprare un cane di razza. 4. intr. (aus. essere), fig. Passare da un punto a un altro omettendo i punti o gradi intermedî: saltiamo direttamente all’ultima questione; nel canto e sim., s. dal mi al la, da una nota all’altra; anche con riferimento a passaggi logici: s. da un’idea all’altra, da un concetto a un altro; d’un pensiero in altro saltando, ... s’addormentò (Boccaccio). Per la locuz. fig. s. di palo in frasca, che ha sign. simile, v. frasca. 5. intr. (aus. avere), ant. Ballare: per mezzo degli alberi e de le sepi si vedevano fiere bellissime e snelle allegramente s. e scherzare con varî giochi (Sannazzaro). 6. tr. a. Superare per mezzo di un salto: s. una siepe, un muretto; s. il fosso (anche fig., v. fosso, n. 1 a); s. l’ostacolo, nell’atletica leggera e negli sport equestri (e in senso fig., superare una difficoltà risolvendola, o più spesso evitandola). In alcuni sport (calcio, rugby, ecc), dribblare un avversario: ha saltato un avversario e ha tirato in porta. Nel gergo milit. del passato, s. la barra, uscire di nascosto dalla caserma, o dal campo, soprattutto di notte, eludendo la sorveglianza delle sentinelle. Per il modo prov. o mangiar questa minestra o saltar questa finestra, v. minestra, n. 2. b. Nel linguaggio zootecnico (anche assol.), lo stesso ma meno com. che montare, riferito al maschio che copre la femmina. c. Con valore causativo, nel linguaggio di cucina, in gastronomia, rosolare, dorare vivande (carni, pesci, legumi) con poco grasso facendo «saltare» i cibi per evitare che si attacchino al fondo e facilitare la rosolatura: broccoletti saltati in padella. d. fig. Omettere, tralasciare, trascurare, passare oltre, con intenzione o involontariamente, per errore, per distrazione: leggendo hai saltato una riga; scrivendo al computer ho saltato due parole; nel compilare l’elenco hai saltato alcuni nomi; un brano della versione di latino era troppo difficile e l’ho saltato (cioè, non l’ho tradotto); salta i particolari, o i preamboli, e vieni al dunque!; raccontando la trama del film hai saltato un particolare importante; s. una difficoltà, non affrontarla; s. una lezione, perderla, non assistervi; s. i pasti, il pranzo, la cena, digiunare; s. un punto, una maglia, nel cucito, nei lavori a maglia. Anche con compl. oggetto di persona: s. una persona, non includerla in un elenco, passare oltre senza darle nulla di una distribuzione, non comprenderla fra gli altri in una concessione collettiva di favori, di promozioni e sim.: sperava di essere nominato cavaliere, ma l’hanno saltato; aspetta ancora che gli assegnino una casa, ma lo saltano sempre. Con altro sign. fig., s. una classe, svolgere in un solo anno il programma di due anni scolastici, guadagnando un anno del regolare corso di studî. ◆ Part. pass. saltato, anche come agg., con sign. particolare in alcune locuz.: passo saltato, passo di ballo eseguito con leggeri saltelli, sollevando cioè per un momento il piede da terra (contrapp. al passo strisciato); analogam., ballo saltato, danza saltata; andatura saltata, l’andatura del cavallo, quando in determinati momenti il corpo si stacca completamente dal suolo, come nel trotto e nel galoppo; lana saltata, lana di pecora ottenuta da animali che, prima della tosatura, sono stati lavati con acqua tiepida o fredda, o sono stati fatti passare in un corso d’acqua.

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