Scòria

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scoria


scòria s. f. [dal lat. scoria, gr. σκωρία, der. di σκῶρ «escremento»]. – 1. a. In metallurgia, il residuo di un’operazione di estrazione di un metallo dal minerale che lo contiene, formatosi attraverso una serie di reazioni tra i componenti della ganga e un fondente aggiunto (basico se la ganga è acida e viceversa, e dosato in modo da ottenere un prodotto finale fluido a temperature anche non molto elevate) che fuoriesce allo stato fuso dal forno metallurgico. Analogam., il residuo di un processo di rifusione o di affinazione di un metallo o di una lega, contenente disciolti o salificati almeno alcuni degli elementi che occorre allontanare. A seconda del carattere chimico e dell’azione: s. acide, basiche, ossidanti, riducenti. Scorie d’altoforno, quelle provenienti dal processo di produzione della ghisa negli altoforni, raffreddate bruscamente (tempra delle scorie) per mantenere presenti a temperatura ambiente i composti che si formano ad alte temperature e per aumentare la loro friabilità: costituiscono un buon materiale per la preparazione di leganti idraulici. Scorie Thomas, ottenute nell’omonimo processo di conversione (v. convertitore, n. 2 e), usate come fertilizzanti per il loro elevato contenuto in fosfato di calcio. Nella tecnica, s. industriali, i materiali che vengono allontanati durante il processo di lavorazione perché ritenuti non idonei, per difetti di vario tipo, a dar luogo ai prodotti finiti; talvolta, meno propriamente, s’intende anche il residuo finale di una lavorazione industriale (per es., s. nucleari, lo stesso che s. radioattive). b. fig., spreg. Residuo inutile, di nessun valore; parte deteriore e superflua: liberarsi dalle s. di un’erudizione pedantesca. 2. estens. a. In vulcanologia, scorie di lava, blocchetti rugosi e frastagliati che limitano superiormente e inferiormente una massa di lava e che si producono per la fuoriuscita dei gas attraverso la crosta ancora plastica; scorie di lancio, leggere e porose, costituite da brandelli di lava liquida lanciati in alto durante la fase esplosiva di un’eruzione vulcanica e successivamente solidificatisi in varie forme. b. S. radioattive, sostanze radioattive derivanti, nei reattori nucleari, dalle reazioni di fissione e non più utilizzabili come combustibile nucleare: il problema dell’eliminazione delle scorie. c. In fisiologia, s. alimentari, parte degli alimenti che non viene digerita né assorbita in quantità significativa, importante tuttavia perché stimola la peristalsi intestinale e quindi l’espulsione delle feci.

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