Smuòvere

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smuovere


smuòvere (pop. o letter. smòvere) v. tr. [lat. exmŏvēre (per il più com. emovēre), con mutamento di coniug.; cfr. muovere] (coniug. come muovere). – 1. a. Spostare da un luogo un oggetto pesante e inerte; quasi sempre con idea di sforzo, di fatica: s. un masso, una trave di ferro; nemmeno in quattro ce la fanno a smuoverlo!; proviamo a s. l’armadio; il camion s’è impantanato, e per smuoverlo di lì ci vorrà il trattore. b. Spostare, rimestare in superficie: s. la terra, il terreno, zappando o arando; non s. la sabbia, ci viene tutta negli occhi! c. S. il corpo, fam., far andare di corpo, provocare la defecazione. 2. Con valore causativo: a. Fare sì che una persona o un animale si muova da dove è: e chi lo smuove di casa, quel poltrone?; dal mio posto non mi smuove nessuno! b. fig. Indurre qualcuno a recedere dal suo proposito, a cambiare opinione: lui non lo smuovi davvero, è testardo come un mulo!; cerca tu di smuoverlo da quella linea di condotta, io non ci riesco. c. fig. Spronare, fare uscire da uno stato di apatia, di indolenza; spec. in frasi negative o di senso negativo: sono degli sfaticati, non c’è niente che riesca a smuoverli; e chi li smuove?; ce ne vuole, per smuoverlo!; e in espressioni iperb.: quello lì, non lo smuovono neppure le cannonate. 3. Nel rifl., con valore intr.: a. Di cose e oggetti, spostarsi da un luogo in un altro: la nave s’è incagliata e non si smuoverà che con l’alta marea. b. fig. Recedere da un proposito, da un atteggiamento, da un’opinione: dal suo punto di vista non si smuove; Non è sì duro cor che, lagrimando, Pregando, amando talor non si smuova (Petrarca), qui con sign. vicino a «commuoversi». c. fig. Abbandonare l’indolenza, l’apatia e la flemma abituale: è uno che non si smuove neanche se gli crolla addosso il soffitto. ◆ Part. pass. smòsso, con funzione verbale e di agg.: sembrava smosso, ormai, dal suo proposito; terra, sabbia smossa.