Sózzo

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sozzo


sózzo (roman. zózzo) agg. [lat. sŭcĭdus (v. sucido), prob. per tramite del provenz. sotz]. – 1. a. Sporco, lurido: esser s. di fango, avere le mani s. di sangue; una cucina, una tovaglia s.; avevano lasciato tutto sozzo, un vero porcile (C. Levi). b. Per estens., estremamente sgradevole a vedersi, ripugnante: un sozzo bubbone d’un livido paonazzo (Manzoni). c. ant. Brutto, deforme: or poniamo che ella sia sozza, el marito non le vuole bene (s. Bernardino). 2. In senso fig., disonesto, moralmente turpe, osceno: un s. individuo; un s. sfruttatore di donne; un uomo, con cui avreste potuto abbandonarvi ai più sozzi piaceri (Landolfi). Sozzo can vituperato, espressione ingiuriosa usata nella lingua ant.: sozzo can vituperato, dunque mi fai tu questo? (Boccaccio). ◆ Avv. sozzaménte, in modo sozzo, anche in senso fig.: vivere, agire, comportarsi sozzamente.