Spàzzola

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spazzola


spàzzola s. f. [der. di spazzare (forse con influsso di spatola)]. – 1. a. Arnese di uso domestico e artigianale per togliere la polvere, pulire e lucidare, rassettare e pettinare, costituito da un supporto di grandezza e forma variabili, con o senza manico, di legno, metallo, sostanze plastiche, ecc., sul quale sono fissati peli animali o elementi filiformi vegetali o di fibre sintetiche o anche di metallo, con disposizione, lunghezza e grado di durezza diversi secondo i varî usi: s. per vestiti, per cappelli, per tappezzerie, per scarpe, per capelli, per cani o gatti; s. di setola di maiale, di crine di cavallo, di saggina, di sorgo, di plastica, di ferro (s. dure), o di setola di cinghiale, di peli di tasso (s. morbide); s. elettrica, con incorporato un piccolo aspiratore elettrico centrifugo, per aspirare polvere e piccoli detriti. b. Apparecchio o dispositivo di diverso tipo impiegato in varie tecnologie, soprattutto industriali, per pulire, pulimentare, lucidare e per altri scopi: s. a motore elettrico, a scoppio; le s. circolari della lucidatrice; s. per lavatura di macchine, di vetri; s. aeratrice, per l’aerazione di impianti biologici di trattamento delle acque di scarico. Nei tergicristalli per autoveicoli, sinon., nell’uso com., del termine più tecn. spatola, ognuna delle due asticciole di gomma, montate su supporto metallico, che servono a detergere il parabrezza (comunem. però il termine include sia i supporti metallici sia le asticciole di gomma). c. In musica, strumento per la percussione, di origine turca, costituito da una bacchetta terminante a un’estremità con un ventaglio di fili metallici flessibili, usata per battere la grancassa (come nel Ratto dal serraglio di Mozart) o, soprattutto nelle orchestre e nei complessi jazz, per ricavare dal rullante o dal piatto sospeso una sorta di fruscìo. d. Frequente la locuz. avv. e agg. a spazzola, riferita a capelli, barba e baffi, tagliati corti e pareggiati: avere, portare, tagliare i capelli, la barba a s.; baffi a s., duri e dritti. Per estens., anche con riferimento ad animali: [il cavallo] restava piantato su le quattro zampe, cacciandosi di tanto in tanto le mosche con la coda tagliata a spazzola (Capuana). In biologia e in istologia: cromosomi a s., particolari tipi di cromosomi sessuali di alcune specie, di aspetto piumoso; orletto a s., lo strato di esili ciglia presente sulla superficie di alcuni epitelî cilindrici. 2. estens. a. Ciuffo di peli (barbetta) del nodello, che in alcuni cavalli di razze settentrionali scende da dietro agli stinchi fino a terra. b. In zoologia, nome dato a diverse strutture formate da peli o spine chitinose, presenti sulle zampe di alcuni imenotteri apoidei, con diverse funzioni: per pulire gli occhi composti (spazzola degli occhi), per raccogliere i granuli pollinici (s. del polline), per raccogliere le lamelle di cera dell’addome (s. della cera). 3. Spazzola di palude, altro nome com. della cannuccia, pianta delle graminacee. 4. In elettrotecnica, conduttore strisciante, di carbone e grafite o di grafite metallizzata, con cui vengono connesse elettricamente due parti di un circuito dotate di moto relativo: costituisce, nel caso delle macchine elettriche, la parte fissa del contatto strisciante (la parte mobile è chiamata collettore). In partic., nei motori a combustione interna, s. dello spinterogeno, conduttore rotante che permette di collegare alternatamente la bobina alle diverse candele. 5. In senso fig., nell’uso fam., grande appetito, fame vorace: ancora non si mangia? ho una spazzola ...!; che spazzola, ragazzi!, si è divorato mezza zuppiera di gnocchi, tutta da solo! ◆ Dim. spazzolétta, spazzolina, e, con sign. proprio, spazzolino m. (v.); accr. spazzolóna, e spazzolóne m. (v.).