Spumante

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spumante


agg. e s. m. [part. pres. di spumare]. – Che fa spuma, che spumeggia; raro con valore verbale, in usi letter. o poet.: tre calici spumanti Di latte inghirlandato (Foscolo). Nell’uso com., riferito quasi esclusivam. al vino spumante, cioè al vino ottenuto naturalmente dalla prima o seconda fermentazione alcolica di uve fresche, di mosto d’uve, o di vini, caratterizzato, alla stappatura del recipiente, da abbondante sviluppo di anidride carbonica, proveniente dalla fermentazione. I vini spumanti si distinguono in vino s. generico (VS), senza indicazioni speciali e di annata; vino s. di qualità (VSQ), nel tipo non aromatico; vino s. di qualità prodotto in regioni determinate (VSQPRD), comprendente tutti i vini spumanti di qualità (DOC o DOCG) che debbono rispondere anche alle norme specifiche stabilite dai singoli disciplinari di produzione. Lo spumante si ottiene, in genere, per rifermentazione in bottiglia (metodo tradizionale, o classico, o classico-tradizionale, secondo le denominazioni consentite in Italia, mentre in Francia è esclusiva quella di méthode champenoise), oppure per rifermentazione in grandi recipienti chiusi (metodo Charmat). Le varie tipologie fanno riferimento al colore (bianco, da uve bianche; rosé, da uve nere); al vitigno (pinot, prosecco, moscato, chardonnay, ecc.) o al vino di origine controllata o controllata e garantita (Moscato d’Asti o Asti, Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Franciacorta, Oltrepò pavese, Trento classico, ecc.); una particolare classificazione, che ha nomi diversi nelle varie lingue, riguarda, in ordine crescente, il tenore zuccherino: extra brut, brut, extradry, dry (o secco, asciutto, sec), medium dry (o abboccato, semisecco, demi-sec), sweet (o mild, dolce, doux). Di uso com. la locuz. allo s., al momento di stappare e servire lo spumante, in pranzi e conviti: allo s. ci sono stati i soliti brindisi e discorsi.

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