Stàndard

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standard


stàndard s. m. [dall’ingl. standardständëd〉, che è dal fr. ant. estendart «stendardo»]. – 1. Livello, grado, tenore normale: lo s. di vita di un paese, di una famiglia; s. culturale, professionale di una categoria; nello sport, il grado di rendimento normale di un atleta: andare, essere al di sotto del proprio s.; ritornare al proprio standard. 2. Modello, tipo, norma cui si devono uniformare, o a cui sono conformi, tutti i prodotti e i procedimenti, tutte le attività e le prestazioni, di una stessa serie: fissare uno s., attenersi agli standard. Usi scient. e tecn.: a. Nel linguaggio comm., campione di una determinata merce, corrispondente ad altrettanti tipi o gradi della produzione di un dato periodo, su cui ci si basa per le classificazioni ufficiali di qualità di determinati prodotti quali grano, cotone, zucchero, caffè, gomma, rame, ecc. b. Nella produzione industriale, modello, campione o tipo di riferimento di un determinato prodotto; anche, insieme di norme fissate allo scopo di ottenere l’unificazione delle caratteristiche del prodotto medesimo, da chiunque e comunque fabbricato. Con altro sign., insieme degli elementi che individuano le caratteristiche di una determinata prestazione o di un processo tecnico: per es. s. televisivo, insieme degli elementi atti a individuare le caratteristiche di un determinato sistema di televisione: s. americano, s. europeo. c. In edilizia sono detti s. edilizî i requisiti dimensionali, acustici, termici, igienico-sanitarî, ecc., a cui devono adeguarsi i varî componenti (scale, tetti, impianti, murature, rivestimenti, impermeabilizzazioni, ecc.) degli edifici a norma delle disposizioni vigenti. Analogam., in urbanistica sono detti s. urbanistici i requisiti richiesti per i varî componenti della pianificazione territoriale (aree di rispetto, di parcheggio, verdi, residenziali, ecc.). d. In biologia, l’insieme dei caratteri somatici che contraddistinguono una razza di animali o di piante. 3. Con funzione di agg., o di apposizione, equivale per lo più a «tipico», riferito a ciò che si considera o si stabilisce come normale: formato, dimensioni s.; procedimenti s., di lavorazione, di fabbricazione, ecc.; modello s., per es. di un’autovettura, il modello che si presenta nella versione strettamente di serie; costi s., costi ideali preventivi che, confrontati con i costi consuntivi, permettono di misurare l’efficienza della produzione; analogam., ricavi s., valori s., tempi di lavoro standard. In partic.: a. In linguistica, livello s. di lingua, o lingua s., il modello di lingua che si considera normale, e quindi generalmente valido; può anche non identificarsi con alcuna delle varietà realmente parlate, ma essere il risultato di un’azione normalizzatrice esercitata, anche inconsapevolmente, dalla scuola, dalla stampa, dai mezzi di comunicazione di massa, e dalla frequenza degli scambî interregionali. b. In marina, dislocamento s. (cioè «regolamentare»), locuzione che, nel linguaggio internazionale delle marine militari, designa il dislocamento base delle navi militari (nave in assetto completo, ma senza combustibile né acqua per le caldaie). c. In fisica e chimica, lo stesso che campione: soluzione s.; forza elettromotrice s. (ma anche s. di forza elettromotrice), per es. quella di una pila s., quale la pila Weston; frequenza s., quella delle oscillazioni di un oscillatore campione. In fisica e nella tecnica, indica anche un valore di riferimento assunto per caratterizzare grandezze o fenomeni (condizioni s., pressione s., temperatura s., ecc.). d. Nel linguaggio scient., modello s., modello di un particolare fenomeno largamente accettato in quanto in accordo con le osservazioni sperimentali, anche se non necessariamente completo o coerente, per cui nuovi risultati sperimentali possono portare a correzioni o estensioni del modello: in partic., in fisica delle particelle elementari, modello s. delle interazioni elettrodeboli, teoria unificata delle interazioni elettromagnetiche e deboli, basata sul meccanismo di rottura spontanea di una simmetria locale (v. simmetria, n. 3 c), che prevede l’esistenza dei bosoni intermedî. Per modello solare s., o modello s. del Sole, v. sole (n. 1 a). e. In logica matematica, modello s. di una teoria assiomatica, il modello più intuitivo e più regolare della teoria (in partic., una teoria per i numeri naturali ammette più modelli: quello formato dai numeri naturali è il modello standard, gli altri sono detti «modelli non standard»). f. In metrologia e in statistica, errore s. (o errore quadratico medio della media), errore che permette di valutare di quanto può essere errata una media di misure rispetto al valore reale; la deviazione s. (v. deviazione, n. 2 d), o deviazione tipica, permette invece di valutare la variabilità di una serie di misure; l’errore standard è uguale alla deviazione standard divisa per la radice quadrata del numero delle misure ed è perciò tanto più piccolo quanto è più grande tale numero. g. Nel linguaggio economico, spec. con riferimento alla Gran Bretagna, titolo s. dei metalli preziosi, il titolo legale; per gold standard, v. gold standard.

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