Stésso

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stesso


stésso agg. [lat. iste ĭpse, accus. istum ĭpsum]. – 1. Sinon. più frequente di medesimo per esprimere identità; quindi: a. Che è proprio quello, che non è diverso o altro da quello di cui si parlava o a cui si allude: darò l’incarico alla s. agenzia dell’anno scorso; ci incontriamo quasi tutte le sere, perché frequentiamo lo s. circolo; vorrei lo s. posto di ieri; ha ripetuto il discorso con le s. parole; siamo allo s. punto di prima; io scorsi Per quattro visi il mio aspetto s. (Dante); al tempo s., insieme, contemporaneamente: nel parlare è molto ricercato e al tempo s. spontaneo. Anche, di fatti che si ripetono in modo uguale o simile, fino alla noia; è sempre la s. storia; mi ha ripetuto cento volte lo s. discorso; rafforzato con medesimo: è la stessa e medesima cosa. b. Uguale per quantità, qualità, grandezza, ecc.: due vasi della s. forma; era con alcuni compagni della sua s. età; le due malattie si presentano con gli s. sintomi; ho trovato scarpe e borsetta dello s. colore; hanno pressappoco lo s. peso. Con uso assol., in frasi generiche che assumono sign. più preciso dal contesto: è sempre lo s. con tutti, ugualmente gentile, affabile, o scortese, scontroso, ecc.; non è più lo s. di una volta, ha cambiato aspetto o comportamento; è sempre lo s., non cambia mai, nel fisico, nel carattere, nelle qualità e più spesso nei difetti: su di lui non si può contare, è sempre lo stesso (e precisando: è sempre lo s. distratto, lo stesso cafone, e sim.). 2. Come equivalente del lat. ipse, con valore rafforzativo: a. Proprio quello e non altro, persino quello, quello per l’appunto, quello in persona: l’ho visto con i miei s. occhi; la vecchiaia s. (più com. per sé stessa, di per sé stessa) è un male; gli avversarî s. (gli s. avversarî potrebbe essere ambiguo) hanno riconosciuto il suo valore; il ministro s. gli ha scritto per congratularsi con lui. In alcuni casi con valore simile a anche per aggiungere un termine nuovo: il colore e il taglio s. del vestito sono di pessimo gusto. Talvolta per sottolineare, e rendere accettabile, la ripetizione di un termine precedentemente espresso: per rendere valido il contratto occorre che il contratto s. sia firmato da ambedue i contraenti. b. Spesso unito a pron. pers., sempre con valore rafforzativo: verrò io s. («proprio io»); io s. non ne sapevo nulla («anche io», «persino io»); me lo ha detto lui stesso (nell’uso ant. anche stessi, per analogia di forme pronominali della terza pers. sing. egli, quegli, questi: Così disse ’l maestro; ed elli stessi Mi volse, Dante). In casi obliqui: ne parlerò con lui s., con lui in persona; lo chiedo a voi stessi, proprio a voi. In costruzioni riflessive: non amo parlare di me s.; fai male a ritirarti così in te s.; lo hanno fatto con sacrificio di sé s.; non può che prendersela con sé s. (ant. anche seco stesso). c. Riferito a un sostantivo astratto, nel sign. di «personificato, fatto persona»: quella donna era la gentilezza s., la bontà s.; un uomo che è la prudenza stessa. 3. Sostantivato: a. Con funzione di pronome: è lo stesso, la stessa persona: guarda, mi pare lo s. (quello s.) di prima; più spesso, con valore neutro, lo s., quello s., la stessa cosa: venga o non venga per noi è lo s. (anche fa lo s.); il discorso sembra mutato, ma viene a dire lo s.; in risposta a domanda che ponga un’alternativa: è lo s., per me è lo s., è indifferente l’una o l’altra cosa. b. Al femm., spec. in usi region., la stessa, la stessa cosa: fa come ti pare, per me è la s.; al plur., nell’espressione essere (tornare) alle stesse, al punto di prima, alle solite, ecc.: siamo sempre alle stesse. 4. Come avv., nel sign. di «proprio», rafforzativo di altro avverbio: ti darò la risposta oggi s.; possiamo farlo qui stesso. 5. Frequente nell’uso la locuz. avv. lo stesso, ugualmente: anche se non ne hai voglia, devi studiare lo stesso; piove, ma verrò lo stesso. 6. Con valore enfatico, si ha spesso il superlativo: è la stessissima cosa; è lo stesso stessissimo; Crescerà sì tua vaghezza, Che nel fior di giovinezza Parrai Venere stessissima (Redi).