Strada

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strada


s. f. [lat. tardo strata (sottint. via), femm. sostantivato di stratus, part. pass. di sternĕre «stendere, selciare»; propr. «(via) massicciata»]. – 1. a. Striscia di terreno più o meno lunga e di sezione sensibilmente costante, attrezzata per il transito di persone e di veicoli (in qualche caso di sole persone: s. pedonale) sia nei centri abitati sia fuori di questi: è in genere sinon. (ma con sign. più ampio) di via2, con cui spesso si alterna, mentre in altri casi i due termini hanno usi proprî. Ha valore generico che può indicare sia passaggi lunghi pochi metri, come alcune strade di centri abitati (o addirittura interne a un complesso edilizio, per es.: la s. che porta dal cancello alla villa), sia vie di comunicazione lunghe decine o centinaia di chilometri; nella geografia economica e in cartografia il nome è limitato alle vie di comunicazione artificiali, riservandosi a quelle naturali il nome di piste, sentieri, tratturi, ecc. In partic.: s. pubbliche o private, a seconda che la loro proprietà sia di un ente pubblico territoriale o di un privato; s. principali o secondarie; s. di piccola, di media, di grande importanza; s. statali (o nazionali), le grandi direttrici del traffico nazionale e le più importanti di quelle che collegano fra di loro i capoluoghi di provincia; s. regionali, le rimanenti fra quelle che collegano i capoluoghi di provincia, nonché quelle dichiarate tali dalla Regione per la loro importanza; s. provinciali, che allacciano al capoluogo i comuni della provincia e le altre di particolare importanza per la provincia stessa; s. comunali, che allacciano al comune le frazioni o altre località che abbiano importanza per il comune stesso e quelle interne degli abitati; Azienda Autonoma delle S., che sovrintende alle strade statali e ad alcune autostrade; s. militari, strade demaniali, costruite dall’autorità militare per usi esclusivamente proprî. A seconda del traffico che consentono: s. rotabile o carrozzabile o s. ordinaria (in contrapp. all’autostrada da un lato e alle ferrovie o s. ferrata dall’altro, nome quest’ultimo che ormai sta uscendo dall’uso, e che nella prima metà del sec. 19° era stato preceduto da strada di ferro; la contrapposizione si mantiene anche tra le espressioni trasporti su strada, compiuti cioè con automezzi, e trasporti per ferrovia, o su rotaia); s. camionabile; s. carovaniera, s. mulattiera (più spesso sostantivati: v. carovaniero; mulattiera). Inoltre: s. maestra (ant. s. regia, s., o via, corrente), la strada principale che collega un paese all’altro, e in genere la più larga e comoda; s. urbane o di città, s. extraurbane, s. di campagna, s. di montagna, s. periferiche; s. vicinali, quelle costruite da un proprietario di un fondo rustico e che fanno parte del fondo stesso per uso esclusivo del proprietario o, soltanto in caso di servitù, di terze persone; s. di circonvallazione; s. panoramica, aperta in zone di particolare bellezza naturale e d’interesse turistico, con un tracciato che consente il godimento visivo. Dal punto di vista urbanistico le s. urbane si distinguono in s. (o arterie) di traffico (dette anche s. di scorrimento veloce) e s. residenziali: le prime, più larghe, a tracciato rettilineo o con curve di grande raggio, con pochi incroci (spesso a due o più livelli), si distinguono a loro volta in s. di transito, radiali (o di penetrazione), anulari, interne. Nel linguaggio milit., s. coperta, ogni strada riparata dal tiro nemico; nelle opere di fortificazione, tratto di terreno, che gira intorno al fosso dalla parte della campagna, riparato da un parapetto che si congiunge con lo spalto. Per i casi di sinonimia tra strada e via, è più usato via come toponimo per le strade dei centri abitati (tranne poche eccezioni: Strada Maggiore a Bologna, Strada Nuova a Pavia, ecc.), o anche per alcune strade di grande comunicazione e spec. per le strade consolari romane, quando sono specificate dal loro nome proprio, come Via Appia, Via Emilia, Via Salaria, ecc. b. Locuz. varie, con riferimento generico: fare, costruire, aprire una s.; la manutenzione d’una s., delle s.; il fondo, la massicciata della s.; s. a carreggiata unica, sprovvista di spartitraffico centrale; s. a doppia carreggiata, nella quale i due sensi di marcia sono separati da uno spartitraffico; s. a due o a tre corsie; s. multicorsia; s. sterrata, lastricata, selciata, asfaltata; la mezzeria, i lati, i marciapiedi, il ciglio della s.; all’angolo, alla curva della s.; la facciata, le finestre che danno sulla s. (se d’una casa di città, più com. sulla via); s. diritta, s. tutta svolte o piena di svolte; s. piana o pianeggiante; s. che sale o in salita, che scende o in discesa, s. ripida; s. comoda, scomoda, buona o a fondo buono, cattiva, pessima, ben tenuta, mal tenuta; s. polverosa, bagnata, fangosa, piena di buche; s. ombrosa; s. frequentata o battuta; s. solitaria, deserta; una s. fuori (di) mano, lontana dalle vie principali; la s. che unisce un paese all’altro, che porta o va o conduce a ..., che mette o che sbocca in ...; tutte le s. conducono (o portano) a Roma, prov. che in origine era usato in senso proprio (con riferimento alla vasta rete a raggiera delle vie consolari romane), oggi fig., per dire che uno scopo si può raggiungere con mezzi diversi; la circolazione, il traffico su strada, fuori di città, in contrapp. al traffico per le vie cittadine; automezzi per la circolazione fuori strada (per un tipo di autoveicolo speciale, v. fuoristrada); prezzo su strada (o prezzo chiavi in mano), il prezzo di listino di un automezzo comprensivo del trasporto, delle imposte e delle spese di immatricolazione; corse ciclistiche su strada, una delle specialità del ciclismo (distinte dalle corse in pista e dalle gare di ciclocross), singole o a tappe; trovare, incontrare qualcuno per la s.; mettersi la s. tra le gambe, fig., mettersi in cammino, avviarsi a piedi (soprattutto quando il cammino da fare sia lungo); attraversare la s., percorrerla trasversalmente; tagliare la s., attraversare improvvisamente la sede stradale, a piedi o con un veicolo, così da impedire a un’altra persona o a un altro veicolo di proseguire e costringerlo a fermarsi o a deviare (quando non si provochi addirittura un incidente); in senso fig., impedire a qualcuno di avanzare, ostacolarlo. Con riferimento a soli veicoli, andare, uscire fuori strada, sbandare finendo fuori della sede stradale; vettura che tiene bene la s. (o con buona tenuta di strada), che risponde bene ai comandi del guidatore sia su un rettilineo sia in curva. In diritto, codice della s., il complesso delle norme che regolano la circolazione su strada. c. Con vario valore simbolico: l’uomo della s., il cittadino medio (v. uomo, nel sign. 3 a); è tutto il giorno per la s., o per le s., di persona che ama poco la casa e il lavoro, oziosa, girandolona, di monelli, ecc.; ragazzi cresciuti, vissuti in strada, senza la costante sorveglianza dei genitori; spreg., donna, donnaccia di strada, prostituta; prendere, raccogliere dalla s., da una vita di miseria o disonesta, a seconda dei casi (ha adottato quel ragazzo raccogliendolo dalla s.; l’ha presa dalla s. e se l’è sposata; con altro senso, un attore di cinema preso dalla s., un attore non professionista); parolacce, bestemmie da s., triviali; in passato, darsi alla s., buttarsi alla s., darsi al brigantaggio (e analogam. brigante, ladro, assassino di s.); essere in mezzo a una s., mettere sulla s., in mezzo a una s., essere o ridurre in miseria, in rovina, senza una casa, senza un’occupazione e senza mezzi (cfr. essere, mettere sul lastrico). Con sign. più oggettivo, intendendo la strada come luogo aperto e di vita consueta, si usa chiamare fotografi della s. gli artisti e i reporter che riprendono scene della vita quotidiana, raccolte casualmente, fornendo così una documentazione immediata dei modi di essere e di vivere della gente. d. In medicina, virus di s., denominazione generica dei ceppi di virus della rabbia isolati da animali affetti da rabbia naturale (con allusione all’ambiente dove di solito avviene il contagio). 2. a. estens. Cammino percorso, o da percorrere, per andare da luogo a luogo (con questo sign. solo al sing.): conoscere, sapere, indicare, mostrare, insegnare la s.; essere incerto della (o sulla) s.; che s. fai?; possiamo fare la s. insieme; ho fatto la s. in meno di un’ora; essere a metà s., a metà del cammino; fermarsi a mezza (o a metà) s., anche fig., non portare a compimento un’impresa; ci siamo fermati per s. a mangiare un boccone; lo chiamai ma egli seguitò la sua s. senza darmi retta; non ha aperto bocca per tutta la s.; in costruzione assol., strada facendo, durante il cammino: mi racconterai tutto strada facendo. Con riferimento alla lunghezza del cammino: la s. è lunga; c’è ancora tanta s. da fare; c’è molta s. fin là; ci saranno tre o quattro chilometri di s.; c’è un’ora di s., un giorno di s., tanta quanta se ne può fare normalmente in un’ora, in un giorno; iperb., un corridore, un ciclista, un cavallo, un treno che divora la s., che corre molto veloce. b. In senso fig., con riferimento a cammino ideale, a indirizzo, impostazione di vita, e sim.: si sono separati (o divisi) e hanno preso s. diverse; le nostre s. divergevano, quella di mio padre e la mia (I. Calvino). c. Locuzioni usate sia in senso concr., sia in senso fig., con riferimento, nel secondo caso, al modo di comportarsi, al contegno morale, al metodo seguito o ai mezzi adoperati per raggiungere un fine e sim.: mettersi, incamminarsi per una s.; prendere o pigliare, seguire, tenere una s.; imboccare la s. giusta, la s. migliore; sbagliare, cambiare s.; andare per la propria s., procedere diritto senza fermarsi o senza unirsi ad altri, senza badare a quanto altri fanno o dicono; fig., andare diritto alla meta senza lasciarsi trattenere o frastornare da altri, e più genericam. non occuparsi dei fatti altrui; essere sulla buona s., sulla s. sbagliata (e solo in senso morale, su una cattiva s.); se vuoi arrivare presto (fig., se vuoi riuscire), la s. è quella, non c’è altra s.; mettere, rimettere sulla s. giusta, sulla buona s.; essere, andare, mettere, far andare fuori (di) s. (fig., cadere o indurre in errore, seguire o far seguire un metodo, un indirizzo sbagliato); cercare, trovare la propria s., la carriera, la professione, l’attività più confacente alle proprie tendenze e inclinazioni naturali. Solo in senso fig.: seguire la s. dell’onore; mettersi per la s. del vizio, del delitto, del disonore, ecc.; la s. del cielo, del paradiso, dell’inferno, la condotta morale che porta a salvamento o alla dannazione: Così qua giù si gode, E la s. del ciel si trova aperta (Petrarca). In senso proprio e fig. (con riferimento, nel secondo caso, a qualsiasi avanzamento, progresso, sviluppo, sia individuale sia collettivo, sia anche di cose astratte) le espressioni fare poca, molta s., e sim.: di questo passo, non faremo molta s.; con la sua indolenza, non farà molta s. nella vita; è un bravo giovane, che farà certo molta s.; ne ha fatta di strada da allora! (parlando di una scienza, di una tecnica, di un complesso di conoscenze, ecc.); iron.: continua pure così, che farai strada! d. fig. Modo, mezzo per riuscire a ottenere qualche cosa: tentò tutte le s., si vide chiuse tutte le s. (oppure ogni s.); hanno appena immaginato un disegno, che il conte duca te l’ha già indovinato, con quella sua testa, con quelle sue s. coperte (Manzoni). 3. Passaggio, varco per procedere o per entrare: farsi, aprirsi una s. nel bosco, nella neve, nel ghiaccio; una selva così fitta che bisognava aprirsi la s. con la scure; farsi strada tra la folla, nella ressa. In partic., fare s. a qualcuno, precederlo per guidarlo, per indicargli il cammino; fig., fare, aprire la s. a qualcuno, agevolarlo per l’avanzamento nella carriera, nella professione, facilitargli la riuscita in un’impresa, il successo in un’attività, ecc.; anche fare o aprire la s. a un’invenzione, a una scoperta, a determinati studî, essere il primo a occuparsene, a intuirne le possibilità di futuri sviluppi; trovare la s. fatta, di chi ha avuto ogni sorta di agevolazioni e non ha dovuto faticare o lottare per riuscire; al contrario, farsi strada da solo, avanzare superando con i soli mezzi proprî gli ostacoli e le difficoltà; e in genere, farsi strada, affermarsi, raggiungere il successo, avanzare nella carriera, nella professione, nella stima, ecc.: è un giovane che ha saputo farsi s.; di cose: la verità si fa s. da sé, riesce sempre a rivelarsi. 4. a. letter. Luogo per dove si passa, cammino che si percorre: da quai lidi Prendeste a frequentar l’umide s.? (Pindemonte), le vie del mare; la s. del Sole, la s. della Luna, le s. degli astri, il cammino del Sole, della Luna, degli astri nel cielo. b. Solco, apertura, guida, ecc., entro cui qualche cosa si muove e procede, o che dà l’avvio a un movimento: fare la s. a una vite (facendo la prima parte del foro con un chiodo, con un succhiello, con il trapano elettrico); il rigagnolo ha trovato una nuova s. attraverso il campo; per salvare i paesi minacciati dall’eruzione si tenta, con esplosioni e sbarramenti, di aprire una nuova s. alla lava. c. Nell’attrezzatura teatrale tradizionale, ognuna delle strutture, in legno o in metallo, costituite da due canali entro i quali, per mezzo di ruote, scorrono quinte, telai, panorami, ecc., azionati a mano o elettricamente; possono trovarsi sia in alto, sulla graticcia, sia a terra, parallelamente al proscenio. d. La particolare disposizione dei denti della sega, leggermente inclinati alternativamente da una parte e dall’altra rispetto al piano della lama, mediante l’allicciatura (o stradatura). ◆ Dim. stradétta e stradettina, stradina, o stradino m., stradicciòla, meno com. stradèlla con i sottodiminutivi stradellina o stradellino m.; spreg. stradùccia, stradùcola: ben presto vide aprirsi una straducola a mancina (Manzoni); accr. stradóne m. (v.); pegg. stradàccia, strada scomoda, mal tenuta, o male abitata, mal frequentata, pericolosa al passaggio.

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