Strozzare

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strozzare


v. tr. [der. di strozza] (io stròzzo, ecc.). – 1. a. Uccidere comprimendo fortemente con le mani (più raram. con altri mezzi) le vie respiratorie superiori, e soprattutto la laringe, fino a determinare l’asfissia: lo hanno strozzato nel sonno; è stata strozzata con un laccio, con una sciarpa di seta; in usi iperb.: non stringermi così al collo, mi strozzi; e come minaccia: se lo incontro lo strozzo, quel farabutto! b. estens. Andare giù e rimanere nella gola, togliendo il respiro, riferito a cibi e anche a piccoli oggetti: il bambino ha inghiottito una ciliegia intera che per poco lo strozzava; anche come intr. pron.: mangia lentamente, se no ti strozzi; proverbî: chi mangia solo si strozza; quello che non strozza ingrassa. c. fig. Prestare denaro a usura, imporre patti iugulatorî: glieli prestano i soldi, ma lo strozzano (cfr. strozzino). 2. Produrre un restringimento o un’occlusione, spec. in una via di passaggio, in una condotta o tubatura: s. una conduttura di vapore, un tubo di scarico; come intr. pron., restringersi, subire uno strozzamento (v.): il tubo a metà si strozza; un’ernia che rischia di strozzarsi. 3. Nel linguaggio marin., arrestare violentemente il movimento di un cavo o di una catena. ◆ Part. pass. strozzato, anche come agg.: voce strozzata dal pianto, e parlare con voce strozzata, interrotta e soffocata; parole strozzate, che escono a stento dalla bocca; il giovanetto ..., strozzato dall’emozione, balbettò qualche frase sconnessa (Verga); un tubo, un condotto strozzato; canna strozzata, nei fucili da caccia, che presenta strozzatura; ernia strozzata, complicazione dell’ernia dovuta a strozzamento (v. ernia).