Temprare

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temprare


v. tr. (io tèmpro, ecc.). – Variante di temperare, che nella lingua ant. e letter. si trova usata, con maggiore o minore frequenza, in tutti i sign. definiti alla voce temperare (sotto la quale sono citati insieme esempî con l’una o con l’altra variante). Nella lingua moderna, le due forme hanno acquistato ciascuna una propria individualità, sicché temperare è la forma quasi esclusiva per i sign. di moderare, attenuare, ecc., ed esclusiva per il sign. di fare la punta (alla matita); temprare invece è la forma che prevale con i sign. che seguono: 1. Dare la tempra: t. l’acciaio, t. il vetro, e nel participio passato, acciaio, vetro temprato (v. oltre). 2. fig. Rendere forte o più forte, rendere saldo fisicamente o spiritualmente: le sventure temprano gli animi; nell’intr. pron. temprarsi: è nella difficoltà che si tempra il carattere. ◆ Part. pass. temprato, frequente anche come agg., sia nel senso proprio sia nel fig.: acciaio temprato (o temperato), che ha ricevuto la tempra, dotato quindi di particolare durezza, elasticità, resistenza alla trazione, ecc.; vetro temprato di sicurezza, di grande resistenza alla flessione e che, in caso di rottura, forma frammenti di piccole dimensioni con spigoli arrotondati; un uomo temprato a tutte le fatiche; animo temprato dalle sofferenze; un carattere ben temprato.

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