Tentare

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tentare


v. tr. [lat. tĕmptare e tĕntare (prob. due verbi di diversa origine, confusisi già in latino)] (io tènto, ecc.). – 1. letter. a. Toccare leggermente: Io era in giuso ancora attento e chino, Quando il mio duca mi tentò di costa, Dicendo: «Parla tu ...» (Dante); stesa oltre la mano, acciò che si svegliasse il cominciò a t., e toccandolo il trovò come ghiaccio freddo (Boccaccio). Più spesso, toccare con maggiore o minore forza per accertarsi di qualche cosa: prima di salire, tenta i rami se sono resistenti; sovra quella [scheggia] poi t’aggrappa; Ma tenta pria s’è tal ch’ella ti reggia (Dante); anche col piede, o con uno strumento qualsiasi: tentiamo il fondo coi piedi; Con un gran ramo d’albero rimondo, Di ch’avea fatto una pertica lunga, Tenta il fiume (Ariosto); E dai tentati triboli L’irto cinghiale uscir (Manzoni), cioè dai pruni ispezionati dai cacciatori. b. Con riferimento alle corde di uno strumento musicale, toccarle per trarne suoni: posta giù dagli omer’ la faretra, Tenta le corde di tua bella cetra (Poliziano); analogam.: il plettro a lui concesso Tentar con facil estro (Parini); quindi, detto del suono, suscitarlo col tocco delle dita: Chiron si rivolgea Con la fronte serena, Tentando in su la lira Suon che virtude inspira (Parini). 2. estens. e fig. a. letter. Mettere alla prova qualcuno con interrogazioni per esaminarlo, per conoscerne le intenzioni, per sollecitarlo a parlare o agire: Tenta costui di punti lievi e gravi ... intorno de la fede (Dante), parole con cui Beatrice invita s. Pietro a esaminare Dante. b. Cercare di indurre al peccato (v. tentazione), spingere con allettamenti a compiere cosa che non si dovrebbe: il diavolo lo tentò; non mi tentare; il mondo lo tentava con le sue seduzioni; meno com. con compl. ogg. astratto: t. la fede, la virtù, la pudicizia altrui (dove ha il sign. già illustrato di «mettere alla prova»). Spesso, nell’uso fam., con valore iperb., di cosa che alletta, che si avrebbe voglia di fare, ma non appare facile, opportuna o lecita: è un’idea che mi tenta; il progetto mi tenterebbe; essere, sentirsi tentato di fare qualche cosa; fui tentato di rispondergli male, di dargli uno schiaffo. 3. Cercare, studiarsi di ottenere qualche cosa, di riuscire a qualche cosa: egli tentò più volte e col capo e con le spalle se alzare potesse il coperchio (Boccaccio); Con qualche priego d’arrestarla tenta (Poliziano); tentò di ribellarsi, di fuggire, di rialzarsi, di indovinare, ecc. Assol., tentar non nuoce (prov.); tentiamo!; tenteremo, faremo del nostro meglio per riuscire. Con un compl. ogg. indicante il mezzo che si vuole sperimentare, mettere in opera per riuscire: tenteremo tutte le vie, tutti i modi per ottenere il successo; il medico tenterà una nuova cura; le ha tentate tutte. Frequenti le espressioni t. la sorte, la fortuna: gioco tutto quello che ho, voglio t. la sorte, o la fortuna. Con un compl. ogg. indicante la cosa in cui si vorrebbe riuscire: i prigionieri tenteranno la fuga; domani tenteremo la scalata della parete nord; gli assediati decisero di t. una sortita. ◆ Part. pres. tentante, non com., anche come agg., con il sign. di allettante. ◆ Part. pass. tentato, nei varî sign. del verbo, anche come agg.: tentato omicidio e più genericam. delitto tentato, lo stesso che tentativo di delitto (v. tentativo).

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